Rendicontazione non finanziaria: la BCE chiede un impegno maggiore

Le regole attuali per la rendicontazione non finanziaria da parte delle imprese non garantiscono informazioni «sufficienti, coerenti e comparabili», che servirebbero sia al settore privato (in particolare agli investitori), sia alle autorità pubbliche.

A sostenerlo è la Banca Centrale Europea, anzi il Sistema europeo di banche centrali (che raggruppa la BCE e le banche centrali nazionali) nella sua risposta alla consultazione pubblica lanciata dalla Commissione europea sulla “Renewed sustainable finance strategy” e sulla revisione della direttiva sul reporting non finanziario.

Dal 2017 le imprese di grandi dimensioni sono obbligate (dalla direttiva 2014/95/UE, Non-Financial Reporting Directive, NFRD) a fornire informazioni anche in merito agli aspetti ambientali, sociali e di governance (ESG) del loro operato. Ma per la BCE quelle attualmente richieste dalla normativa non sono sufficienti: chiede quindi di rafforzare ed estendere gli obblighi di rendicontazione e, al contempo, armonizzare gli standard e il quadro normativo per semplificare i processi. In più chiede di essere coinvolta nello sviluppo della normativa.

Allargare l’obbligo di rendicontazione non finanziaria

Per migliorare la disclosure aziendale, la BCE propone di ampliare la platea delle aziende coinvolte nella non financial reporting directive alle società non quotate, evitando però «oneri sproporzionati», con la possibilità di applicare un regime di divulgazione semplificato per le piccole e medie imprese, «in linea con il principio di proporzionalità».

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Lavorare a uno standard unico europeo per la disclosure ESG

Per raggiungere questo obiettivo (rafforzamento e proporzionalità) per la BCE è fondamentale la «convergenza dei principi di rendicontazione relativi alla sostenibilità». Di fronte a uno standard di reporting «altamente frammentato», la Banca centrale europea propone di lavorare alla costruzione di un «unico standard europeo – o eventualmente internazionale – per la disclosure ESG».

L’istituto auspica un «rafforzamento dei processi di verifica» e una maggiore disponibilità e affidabilità delle informazioni. E immagina che un’armonizzazione di questi standard (idealmente con un unico riferimento europeo, o internazionale) renderebbe possibile una semplificazione dei processi di reporting e una proporzionalità degli oneri per le aziende più piccole.

Rendicontazione non finanziaria in Etica Sgr

Etica Sgr è attiva nella rendicontazione non finanziaria da ben prima che fosse obbligatorio. L’obiettivo è favorire un dialogo trasparente e coerente con i portatori di interesse: insieme a loro, attraverso l’analisi di materialità, individuiamo le tematiche più rilevanti da inserire nel report. Oltre ai risultati economici, nel nostro Bilancio Integrato illustriamo i dati che riguardano la governance, i rapporti con i dipendenti e con gli altri attori del mercato, e gli impatti sulla comunità e sull’ambiente.

 

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