Parità di genere: una presenza femminile nei consigli di amministrazione (e nei collegi sindacali) delle società quotate. È questo l’indicazione dalla norma Golfo-Mosca, entrata in vigore nel 2011.
Dal 2020, con l’intento di rafforzare la norma, si espone anche il Codice di Autodisciplina, a cui aderisce il 90% delle società italiane quotate.
Il Comitato per la Corporate Governance, presieduto da Maria Patrizia Grieco, ha infatti aggiornato il Codice di Autodisciplina delle società quotate. La novità è la presenza di una raccomandazione: il consiglio di amministrazione e il collegio sindacale delle imprese dovrebbero essere costituiti per almeno un terzo dal genere meno rappresentato, di solito donne. Sempre rispettando l’obiettivo prioritario di assicurare adeguata competenza e professionalità di tutti i suoi componenti.
Misure per promuovere la parità di genere
L’adesione al Codice è volontaria, ma di solito molto alta. Il regolamento, infatti, non detta norme vincolanti, ma impone la regola del “comply or explane“: adotta il principio del Codice, oppure motiva dettagliatamente perché non lo fai nel documento pubblico e annuale.
Non aderire al Codice comporta un rischio reputazionale. Possono esserci motivazioni valide, da esplicitare, ma nella maggior parte dei casi è più “conveniente” aderire.
Il Comitato ha anche inserito nel commento del Codice l’auspicio che tutti gli emittenti quotati adottino misure atte a promuovere la parità di trattamento e di opportunità tra i generi, monitorandone la concreta attuazione.
Parità di genere in Europa
Quali sono i risultati dell’Italia? In base agli ultimi dati Consob, la composizione degli organi sociali delle imprese quotate a Piazza Affari è perfettamente allineata con le disposizione di legge: il 33,6% dei CdA è composto da donne.
In Europa l’obbligo di riservare una quota di genere tra il 30% e il 40% ai vertici aziendali, sussiste in tutti i Paesi, tranne Uk e Svezia. Mentre in Belgio, Francia, Germania e Olanda vengono esentate dall’obbligo le Piccole e Medie Imprese.
I risultati economici nel lungo periodo
Etica Sgr è da sempre impegnata nell’obiettivo di raggiungere la parità di genere e il rispetto della diversità nell’ambito della governance aziendale. Il principale freno al cambiamento è il persistere di un gender gap, spesso evidenziato dal fatto che le donne sono ancora sotto rappresentate nelle posizioni manageriali e/o remunerate meno a parità di posizione.
Attraverso l’attività di engagement, Etica Sgr sollecita costantemente le imprese sul tema della parità di genere per il rafforzamento in termini di percezione di competenza, consapevolezza e autostima del genere femminile.
Il tema assume un ruolo cruciale anche nell’Agenda 2030 dell’Onu, in cui è stato declinato uno specifico Obiettivo di Sviluppo Sostenibile. Come mai così tanta importanza, vi chiederete… la risposta è semplice: un’impresa governata bene ha maggiori possibilità di dare buoni risultati economici nel lungo periodo.
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