Parità di genere, Carbon Tax e SFDR. Davide Mascheroni, Responsabile Area Partner Commerciali di Etica Sgr, partecipa all’evento Asset Management TV Week e risponde alle domande di Le Fonti TV.
SFDR a un anno dal lancio. Un primo bilancio
Le Fonti. «Il 10 marzo 2022 si “festeggia” il primo anno di entrata in vigore della SFDR, la normativa europea per gli investimenti sostenibili. Cosa è cambiato in questo anno? In particolare vorrei sapere da voi cosa a vostro parere è cambiato nell’approccio alle tematiche di sostenibilità all’interno dell’industria dell’asset management, ma anche se ci sono già evidenze che potete raccontare, sul cambiamento all’interno delle aziende degli altri settori.
Mascheroni. «I cambiamenti sono stati notevoli. Noi, che siamo presenti sul mercato SRI fin dalla nostra costituzione (22 anni) e offriamo esclusivamente fondi comuni etici, in pochissimo tempo abbiamo assistito – da un punto di osservazione privilegiato – a un proliferare di soluzioni di investimento sostenibili: fino a qualche anno fa questo settore era “animato” da pochi “attori”, tra cui Etica Sgr, oggi fortunatamente sono tante le case di gestione a comprendere la necessità che le scelte di investimento finanziario abbiano anche una ricaduta positiva a livello ambientale e sociale. Come investitore sostenibile e responsabile, essendo la nostra missione quella di promuovere i valori della finanza etica sui mercati finanziari, non possiamo quindi che essere contenti di questa evoluzione.
Cito 3 numeri 2021 fonte Assogestioni:
- Il patrimonio complessivo dei prodotti SRI è arrivato quasi a 500 miliardi di € a fine 2021, non erano nemmeno 100 miliardi di € nel 2020;
- Nel 2021 la raccolta totale dei prodotti SRI è stata di 66 miliardi di €, quasi 3 volte più elevata di quella del 2020;
- I prodotti sostenibili disponibili al pubblico sono 761, oltre il triplo di quelli presenti nel 2020.
Per regolare questa grande offerta, l’Unione Europea ha provato a mettere ordine con l’SFDR, fissando una serie di obblighi di trasparenza. L’obiettivo è nobile: far sì che le soluzioni di investimento e le attività dei gestori siano sempre più facilmente confrontabili da consulenti finanziari e risparmiatori.
Il Regolamento europeo considera sostenibili le attività economiche che rispettano l’ambiente e quelle che aiutano a ridurre le disuguaglianze sociali e a promuovere l’integrazione, sempre a patto che abbiano buone regole di governance.
Per Etica Sgr l’SFDR è dunque l’occasione per ribadire il nostro impegno nell’investimento etico. Crediamo però che ci siano margini di miglioramento, per esempio in termini di maggiore coerenza, trasparenza e partecipazione. Occorre continuare su questa strada, definire sempre più chiaramente l’ambito della sostenibilità per aiutare i risparmiatori a orientarsi e a compiere scelte consapevoli.
Il nostro, del resto, è un approccio “olistico” che coinvolge organizzazione aziendale e l’intero business. Essere investitori etici per noi non significa avere una serie di prodotti a scaffale con l’etichetta “sostenibile”. Siamo convinti che la sostenibilità debba far parte di tutto il processo di investimento, della governance e della strategia aziendale.
In secondo luogo l’approccio olistico riguarda gli emittenti che passano i filtri della selezione: essi devono presentare le migliori caratteristiche in termini ambientali, sociali e di governance, con un approccio integrato di queste tre dimensioni».
Carbon Tax, una possibile strada per la lotta all’inquinamento?
Le Fonti. «Continuiamo a parlare della prima lettera dell’acronimo ESG, enviroment, che si traduce appunto come ambiente. In particolare mi vorrei soffermare su quella che viene chiamata carbon tax, ossia una tassa che verrebbe applicata alle aziende nel momento in cui producono CO2 nei loro processi industriali. Una legge che ovviamente non è valida ovunque e che anche tra i Paesi che la applicano c’è una forte disparità. Ecco Mascheroni le chiedo, questa può essere una strada giusta per la lotta all’inquinamento? E dopo questa domanda me ne vengono subito altre due: da una parte se eventuali tasse sulle emissioni non si traducano in una possibile ulteriore inflazione. E l’altra domanda è a livello economico e di performance quali sono i vantaggi per una società ad essere virtuosa e attenta all’ambiente».
Mascheroni. «La carbon tax è una proposta avanzata da diversi economisti, tra cui il Premio Nobel per l’economia 2018 Nordhaus. Il meccanismo è abbastanza semplice: ogni tonnellata di inquinamento da anidride carbonica rilasciata dai combustibili fossili deve essere tassata con un’aliquota fissata dal governo.
L’obiettivo è incentivare le aziende a limitare l’impatto sul clima migliorando i loro processi produttivi. Inoltre questi introiti da parte di chi “inquina” potrebbero garantire agli Stati somme di denaro utilizzabili per finanziare la transizione energetica, mitigando il riscaldamento globale, e progetti di adattamento al cambiamento climatico (in particolare nelle aree più vulnerabili).
Un costo aggiuntivo per le aziende che inquinano si tradurrebbe quindi un impatto positivo per l’ambiente e la società nel suo complesso. Non bisogna dimenticarlo!
Secondo un recente rapporto pubblicato dall’Istituto dell’Economia per il Clima (I4CE) di Parigi, al momento sono 47 le giurisdizioni di tutto il mondo che hanno deciso di tassare le emissioni di CO2. I Paesi che hanno optato per questi sistemi fiscali (per es. Francia, Giappone, Canada e Finlandia) rappresentano circa il 60% del Pil mondiale e hanno ottenuto introiti per quasi 57 miliardi di dollari nel 2020.
Non esiste ovviamente una sola strada “giusta” per minimizzare l’inquinamento. In alcune aree, ad esempio, sono stati introdotti mercati per lo scambio delle quote di emissioni di gas a effetto serra, così da indurre le grandi imprese a inquinare di meno, come nel caso dell’Unione Europea (ETS – Emission Trading System). In tal modo è possibile fissare un tetto massimo alle emissioni di alcuni agenti inquinanti e spingere le aziende a non disperderle nell’atmosfera, evitando così di dover pagare un costo aggiuntivo. Le aziende più virtuose potrebbero inoltre decidere di vedere le quote di emissioni di gas serra non utilizzate.
Quello che sicuramente sappiamo è che dobbiamo fare in fretta, anche a costo di rinunciare a “qualcosa” nel breve termine, consci che se non facciamo qualcosa oggi i danni derivanti dalla nostra scelta di non agire saranno domani infinitamente superiori.
Per rispondere all’altra domanda, sui vantaggi delle società: già osserviamo un cambiamento in atto. Le aziende e i Paesi che sono capaci di fissare obiettivi in linea con il raggiungimento di emissioni zero e di promuovere politiche climatiche coerenti con gli accordi di Parigi nel breve termine, saranno quelli in grado di attrarre gli investimenti. Le aziende e i Paesi che non lo faranno, si troveranno in una situazione di svantaggio competitivo».
Parità di genere, che cosa fa Etica Sgr?
Le Fonti. «In tema di parità di genere, che sarà anche il tema della maratona di Le Fonti Tv proprio in occasione della festa delle donne, un aspetto importante che chiedo a lei Mascheroni, è relativo alle donne imprenditrici. Sappiamo come la parità di genere è ancora un risultato lontano per la nostra società. Tuttavia una società attenta ai temi sociali come la sua, che cosa fa per la diffusione dei principi di inclusion & diversity in azienda? E seconda domanda: quali sono le azioni che adottate per promuovere questi principi nelle aziende su cui investono i fondi?»
Mascheroni. «Il tema della parità di genere e dell’emancipazione della donna sono per noi importantissimi, oltre ad assumere un ruolo cruciale nell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile dell’ONU, il programma d’azione composto da 17 Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile.
Etica Sgr al momento ha una clientela per la maggioranza di genere femminile, il 52%, e ci piace raccontare che, almeno da un punto di vista commerciale, abbiamo raggiunto la parità di genere. Nell’organico della società i generi sono rappresentati in modo omogeneo, idem tra i responsabili dei dipartimenti. Nel 2020 abbiamo iniziato inoltre un percorso di formazione sul tema della parità di genere, in sinergia con la Capogruppo Banca Etica e con la collaborazione della fondazione Libellula che vede coinvolto tutto il personale.
Andando fuori dalla società ricordo che, attraverso l’attività di engagement (ovvero il dialogo continuativo con il management delle aziende e l’esercizio del voto in assemblea delle società in cui investono i fondi), Etica Sgr sollecita costantemente le imprese sul tema della parità di genere per il rafforzamento in termini di percezione di competenza, consapevolezza e autostima del genere femminile.
Nel corso dell’ultimo anno il dialogo sulla “parità di genere” si è concentrato in particolare sui seguenti temi: attenzione alla parità di genere in azienda, anche attraverso la presenza di specifiche policy, diversità di genere e composizione del CdA.
L’impatto della nostra selezione ESG ha fatto registrare, ad esempio, un +18% per le società con presenza femminile in ruoli dirigenziali pari a 1/5 o maggiore».
Tassonomia: gas e nucleare ammessi. La posizione di Etica Sgr
Le Fonti. «Ecco vorrei introdurre in questa tavola un termine di cui si sente parlare da un po’ di tempo e di cui si sentirà sempre più parlare, ossia tassonomia. Un termine che sottende a un documento europeo che analizza i diversi settori economici e pone delle linee guida per un minor impatto ambientale. Ci sono settori che sono naturalmente low carbon, quelli che per loro stessa natura non lo sono e poi settori che sono a supporto dei primi due. Ecco mi piacerebbe affrontare insieme a voi il tema energetico ed in particolare della transizione energetica. Tra l’altro un tema ancora più attuale considerate anche i recenti sviluppi che hanno portato alla ribalta nuovamente il nucleare. Vorrei chiedere a tutti voi prima di tutto a che punto siamo e qual è il vostro approccio di investimento rispetto al tema energetico».
Mascheroni. «Andiamo subito al nocciolo della questione. L’inserimento del gas e del nucleare nella Tassonomia ci ha un po’ colti di sorpresa. Esperti autorevoli sono concordi nel dire che il gas è una fonte climalterante e che le centrali nucleari pongono rilevantissimi problemi di sicurezza e di gestione delle scorie radioattive. Inoltre, le nuove tecnologie nucleari che consentirebbero maggior sicurezza e produzione ancora più verde, ad oggi ancora non esistono, i tempi di realizzazione sono molto lunghi e i costi elevati. Lo stesso TEG (Technical Expert Group on Sustainable Finance) incaricato di individuare le attività economiche in grado di contribuire a raggiungere l’obiettivo emissioni zero entro il 2050 ha inizialmente escluso gas e nucleare dalle attività verdi.
Le fonti energetiche di transizione dovrebbero essere considerate come temporanee e, in quanto tali, non avrebbero alcun problema a trovare finanziamenti sul mercato dai canali “tradizionali”. Il loro inserimento all’interno della Tassonomia non può che produrre una transizione più lenta.
Siamo consapevoli dei problemi di approvvigionamento energetico che il mondo sta fronteggiando, riteniamo tuttavia che chi vuole lavorare per il contrasto al cambiamento climatico e alla lotta alle disuguaglianze debba fare scelte coraggiose non più rinviabili e puntare sulle fonti rinnovabili.
Etica Sgr su questo tema ha le idee chiare: da sempre abbiamo scelto di puntare solo sulle aziende che hanno messo al centro del loro modello di business strategie di decarbonizzazione e riduzione della dipendenza da fonti fossili. Fin dalla nostra nascita escludiamo carbone e petrolio dagli investimenti dei fondi.
Di recente abbiamo rivisto la nostra politica di investimento rispetto alle società coinvolte, a vario titolo, in attività legate al gas naturale. Queste società verranno escluse dagli investimenti dei fondi a eccezione di quelle che presentino una convincente prospettiva di transizione energetica.
Le decisioni di investimento sono guidate da un’analisi specifica, volta a individuare la credibilità degli impegni assunti e valutare l’efficacia delle politiche di gestione implementate nel corso del tempo, allo scopo di identificare le realtà che, oltre all’uscita dalla dipendenza da questo combustibile fossile, possano dare un contributo positivo alla transizione energetica.
Per promuovere la transizione ad un’economia a basso impatto di carbonio Etica Sgr ha anche lanciato un fondo comune di investimento: Etica Impatto Clima, focalizzato sul tema del cambiamento climatico, il fondo investe in titoli emessi da aziende e Stati che hanno scelto la sostenibilità ambientale per sviluppare il proprio business, cercando al contempo di ridurre gli effetti della transizione energetica su lavoratori e le fasce più deboli della popolazione».