Impatto sociale: gli investitori responsabili come Etica Sgr si impegnano affinché la selezione dei titoli azionari e obbligazionari in cui investono i fondi avvenga solo a valle di un rigoroso processo di analisi che integra temi ambientali, sociali e di governance.
Negli ultimi decenni lo spostamento della produzione a Paesi caratterizzati da legislazioni meno stringenti, allo scopo di ridurre i costi, ha creato pressione ai lavoratori dei Paesi industrializzati e creato alcune opacità lungo la filiera produttiva per chi ha scelto di delocalizzare.
Inoltre non sempre le grandi aziende sono in grado di monitorare con precisione le condizioni di lavoro nelle imprese della propria catena di fornitura. Questo vale soprattutto per alcuni settori, come per esempio il tessile, caratterizzato da alta intensità di lavoro e attività complesse, spesso dislocate in territori scarsamente regolamentati e considerati a rischio per quanto riguarda il rispetto dei diritti dei lavoratori.
Clean Clothes Campaign per i lavoratori del tessile
La Clean Clothes Campaign (Compagnia Abiti Puliti in italiano) da anni denuncia questa situazione e lotta per migliorare le condizioni di lavoro del settore tessile. Ora ha fatto un passo avanti: grazie a una ricerca durata 6 anni (realizzata con altre reti e organizzazioni, tra cui l’Asia Floor Wage Alliance) ha creato lo Europe Floor Wage: un metodo per calcolare un salario dignitoso per i lavoratori del comparto tessile applicabile ai diversi Paesi dell’Europa centrale, orientale e sud-orientale. Un benchmark transfrontaliero dei salari basato sul costo della vita in 15 Paesi europei di produzione di abbigliamento, di cui 7 membri dell’Unione Europea.
Anche in Europa il tessile può fare di più
Nei Paesi dell’Europa centrale, orientale e sud-orientale lavorano più di 2,3 milioni di persone nell’industria dell’abbigliamento (prevalentemente donne).
Qui le aziende del settore tessile in alcuni casi «usano la minaccia della delocalizzazione per beneficiare della concorrenza internazionale – scrive la Clean Clothes Campaign – così comprimono i costi e indeboliscono il potere contrattuale di lavoratori e sindacati».
Qual è la situazione oggi in Europa
Sono già diversi anni che la Campagna Abiti Puliti documenta opacità lungo la catena di fornitura di grandi brand internazionali in Serbia, Ungheria, Ucraina e Slovacchia e Romania. La situazione è peggiorata dal fatto che non vi è uniformità rispetto alle modalità di fissazione dei livelli salariali che è demandata ai governi nazionali.
Il risultato? I salari minimi legali dei Paesi di questa parte d’Europa ad oggi equivalgono a un quarto del livello considerato dignitoso. Quindi i lavoratori che percepiscono il minimo legale (come pressoché tutti gli occupati del settore) sono al di sotto dei parametri definiti da Bruxelles per il calcolo della soglia di povertà.
Il salario dignitoso è un diritto umano riconosciuto dal diritto internazionale e dall’Unione Europea. Lo Europe Floor Wage, sviluppato dalla Clean Clothes Campaign, è uno strumento concreto per mostrare a brand e governi quale sia il salario necessario per vivere dignitosamente, utile alle organizzazioni del lavoro e ai sindacati per rafforzare il loro potere contrattuale.
Che cos’è un salario dignitoso?
Per Clean Clothes Campaign, un salario dignitoso è una giusta retribuzione di base netta per una settimana lavorativa regolare, per coprire le esigenze di base della persona che lavora e della sua famiglia. Senza le maggiorazioni per gli straordinari, prima di incentivi e indennità, e dopo le tasse.
Tale salario deve essere corrisposto in denaro e non sotto forma di compensi non monetari. Un lavoratore che riceve parte della sua paga in natura oppure in buoni d’acquisto si lega infatti molto più facilmente al suo datore di lavoro, o al suo posto di lavoro, in un rapporto di dipendenza scorretto. Una condizione che determina una notevole limitazione della libertà di disporre del proprio reddito e inficia il diritto all’autodeterminazione.
Impatto sociale
Non ci sono dubbi sull’importanza dell’impatto sociale degli investimenti, con tutte le sue innumerevoli implicazioni sui diritti umani, il lavoro, l’equità e la giustizia.
Etica Sgr, in qualità di investitore responsabile, lavora per il perseguimento di uno sviluppo che sia equilibrato tra ambiente e sociale, capace di evitare ingiustizie particolari al fine di perseguire obiettivi globali. La strada che abbiamo deciso di prendere è quella della Just Transition (in italiano “Transizione Giusta”). Un approccio sviluppato dal movimento sindacale per comprendere una serie di interventi necessari a garantire i diritti sociali e le condizioni di vita dei lavoratori mentre le economie si stanno spostando verso una produzione sostenibile.
Per questo motivo, nel 2019 abbiamo sottoscritto la campagna “Statement of Investor Commitment to Support a Just Transition on Climate Change” (in italiano “Dichiarazione di impegno degli investitori per una transizione giusta ad un’economia a basso impatto per il clima”).