Green bond europei, il 12 ottobre 2021 la Commissione europea ha emesso le sue prime obbligazioni verdi.
I titoli, che presentavano una scadenza a febbraio del 2037, hanno suscitato grande interesse tra gli investitori, attirando più di 135 miliardi di euro di ordinativi. Un valore da record, che ha permesso all’organismo esecutivo dell’Unione europea di raccogliere 12 miliardi di euro, i quali dovranno essere utilizzati esclusivamente a finanziare investimenti sostenibili.
A tal fine, i green bond europei sono in linea con gli standard dell’International Capital Market Association (ICMA), che garantiscono agli investitori che i fondi mobilitati siano utilizzati per progetti legati alla transizione ecologica.
I green bond europei per la transizione ecologica
«I fondi provenienti dalle emissioni di obbligazioni verdi» – ha spiegato la stessa Commissione – «saranno utilizzati per finanziare progetti verdi e sostenibili nell’ambito del dispositivo per la ripresa e la resilienza».
Gli investimenti ammissibili nell’ambito dei piani già approvati comprendono, ad esempio, «una piattaforma di ricerca per la transizione energetica in Belgio o la costruzione di centrali eoliche a terra in Lituania».
«Con i green bond europei» – prosegue Bruxelles – «l’UE è destinata a diventare di gran lunga il maggiore emittente mondiale di obbligazioni verdi, dando un impulso significativo ai mercati della finanza sostenibile e finanziando una ripresa più verde dell’UE dalla pandemia. Le richieste di sottoscrizione ampiamente superiori all’offerta e le eccellenti condizioni di prezzo dell’emissione odierna costituiscono un promettente avvio del programma, che raggiungerà i 250 miliardi di euro entro la fine del 2026».
80 miliardi di euro entro la fine del 2021
L’ingresso delle istituzioni comunitarie cambia in profondità la fisionomia del mercato europeo. Finora, infatti, è stata la Francia il principale attore del settore dei green bond nel Vecchio Continente, con emissioni per un controvalore di oltre 35 miliardi di euro dal 2017 al 2021. Il secondo posto è stato occupato invece dalla Germania, con un totale di 17,5 miliardi.
Nel corso del 2021, il piano europeo prevedeva di raggiungere una raccolta di circa 80 miliardi di euro. Essi andranno integrati nel piano di emissioni a breve termine annunciato nel giugno dello stesso anno.
Tale strategia «si basa su una combinazione di emissioni a lungo e a breve termine tramite aste e operazioni sindacate volte a consentire alla Commissione di raccogliere fondi in modo flessibile e ai termini più vantaggiosi in base alle condizioni di mercato prevalenti». «Il nostro futuro è verde ed è estremamente importante cogliere l’opportunità di mostrare chiaramente agli investitori che i loro fondi saranno utilizzati per finanziare una ripresa europea sostenibile», ha commentato il commissario al Bilancio Johannes Hahn.
I green bond nei fondi di Etica Sgr
Etica Sgr è da sempre in prima linea sul tema degli investimenti sostenibili. Nel nostro DNA l’ambiente è sempre valutato anche rispetto alla dimensione sociale e di governance (ESG). Questo approccio tridimensionale, che abbiamo intrapreso venti anni fa, sta vivendo un crescente riconoscimento globale, corroborato dalla transizione verso un’economia resiliente e a basse emissioni di carbonio.
I criteri di analisi socio-ambientale della nostra metodologia proprietaria sono descritti nella sezione “Selezione degli emittenti“. La selezione esclude alcuni settori economici considerati altamente controversi per differenti ragioni: quello finanziario, quello minerario e quello petrolifero.
Per il fondo Etica Impatto Clima sono ammessi i green bond. Diciamo no a obbligazioni verdi di emittenti che:
- appartengono a settori quali gli armamenti, il gioco d’azzardo, i combustibili fossili;
- utilizzano o sviluppano energia nucleare;
- sono in possesso di sabbie bituminose;
- sono coinvolti in episodi negativi nell’ambito della corruzione, rispetto dell’ambiente, rispetto dei diritti dei lavoratori.
I green bond che hanno superato il filtro precedente devono poi essere accompagnato da una “Second Party Opinion” che, una volta analizzata da Etica Sgr, deve presentare un risultato considerato positivo (ovvero supera una certa soglia di valutazione definite da Etica Sgr).
La Second Party Opinion è una sorta di «bollino» rilasciato da vari soggetti (es. società di rating ESG, società di revisione, ecc.) che attesta la bontà “green” del bond. La Second Party Opinion è richiesta dall’emittente al momento del lancio del bond sul mercato. Si tratta di un parere non vincolante sulla corrispondenza tra quanto enunciato nel Prospetto del green bond e quanto dicono i Principi di ICMA o della Climate Bonds Initiative, ovvero le linee guida maggiormente utilizzate a livello internazionale.