Educazione finanziaria, un tema di crescente attualità, soprattutto in Italia. Non è un caso, infatti, che sono state presentate diverse proposte di legge a Camera e Senato sull’argomento. Senza conoscere l’abc della finanza è difficile per un risparmiatore prendere decisioni consapevoli e responsabili sulla gestione delle proprie risorse.
Educazione finanziaria, Italia fanalino di coda
Il Belpaese, culla della cultura, si colloca agli ultimi posti per grado di conoscenza finanziaria. La recente “Indagine sull’alfabetizzazione finanziaria nel mondo” (Financial Literacy around the World) – curata da ricercatori della Banca Mondiale e della George Washington University, con il supporto di Standard & Poor’s Ratings Services, mostra infatti che solo il 37% degli italiani intervistati sui concetti economici e finanziari di base ha raggiunto la sufficienza. Tale percentuale risulta inferiore alla media europea (55%) e al dato rilevato in tutte le altre economie avanzate (e in alcuni paesi emergenti).
I casi d’eccellenza sono Danimarca, Svezia e Norvegia, dove il 71% degli interpellati ha dimostrato di avere competenze, Canada e Israele (68%) Germania e Paesi Bassi (66%).
Analoghe evidenze emergono anche dall’ultimo Rapporto Consob sulle scelte di investimento delle famiglie. Lo studio mette in evidenza il basso livello di alfabetizzazione finanziaria in Italia: solo poco più del 40% degli intervistati conosce il significato di alcune nozioni di base, come inflazione e rapporto fra rischio e rendimento. La ridotta conoscenza finanziaria incide ovviamente sulla comprensione dell’andamento dei mercati e sulle scelte di investimento. Infatti più del 20% degli intervistati dichiara di non avere familiarità con alcuno strumento finanziario. Si continuano pertanto a preferire prodotti percepiti a basso rischio, come conti correnti e depositi bancari. In questo contesto si evidenzia però un netto recupero dei fondi comuni di investimento, per i quali in Italia l’interesse è superiore rispetto alla media europea.
Educazione finanziaria, il ruolo della consulenza
La consulenza finanziaria, prestata nell’interesse del cliente, potrebbe contribuire a migliorare le competenze degli investitori e la qualità delle loro scelte. Ad esempio potrebbe aiutare gli italiani a diversificare i propri investimenti, spesso concentrati in pochi titoli che si crede di conoscere.
Il concetto di diversificazione dovrebbe far parte del bagaglio culturale anche degli investitori meno avvezzi alla materia. Tuttavia solo il 6% degli intervistati conosce le implicazioni di una corretta diversificazione delle attività finanziarie. Persino l’orizzonte temporale, uno dei primi fattori da considerare nella scelta di un prodotto di investimento, viene preso in considerazione solo dal 24% del campione.
Etica Sgr e l’educazione finanziaria
Etica Sgr crede molto nell’importanza dell’educazione finanziaria in quanto ritiene che i risparmiatori adeguatamente informati possono acquisire una maggiore consapevolezza dei prodotti e fare scelte responsabili. Proprio per questo Etica Sgr è impegnata nel promuovere la cultura della finanza etica e dello sviluppo sostenibile, all’insegna del dialogo e della trasparenza. Come?
Investendo nel rispetto dell’ambiente e dei diritti umani con una metodologia certificata e di qualità (ISO 9001), definendo con chiarezza la selezione socio-ambientale dei titoli in cui investono i fondi e pubblicando periodicamente i portafogli completi dei fondi.
Educare la clientela è per noi il primo passo per avviare scelte di investimento più attente e sostenibili.
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