Concentrazione di CO2, nel 2020 un nuovo record che ammonta a 413,2 parti per milione, il 123% in più rispetto ai livelli preindustriali. Il nuovo bollettino dell’Organizzazione Meteorologica Mondiale (OMM) rivela che le misure di lockdown imposte da quasi tutti gli Stati per arginare la pandemia da coronavirus non sono bastate a fermare la crescita dei gas serra in atmosfera, responsabili del riscaldamento globale.
La concentrazione di CO2 in atmosfera continua a crescere
Era il 2015 quando la concentrazione di anidride carbonica (CO2) in atmosfera sfondava il tetto delle 400 parti per milione. Oggi è a 413. «Questo è molto di più rispetto a una formula chimica e ai dati su un grafico», sottolinea il segretario generale dell’Organizzazione Meteorologica Mondiale, Petteri Taalas. «Questo fenomeno ha rilevanti ripercussioni negative per il nostro benessere e la nostra vita quotidiana, per le condizioni del nostro Pianeta e per il futuro dei nostri figli e dei nostri nipoti».
L’anidride carbonica (CO2) è il più importante gas a effetto serra, ma non è l’unico. Preoccupano anche il metano (CH4) e il protossido di azoto (N2O), rispettivamente al 262% e al 123% rispetto ai livelli del 1750, quando le attività industriali hanno iniziato ad alterare l’equilibrio della Terra.
La pandemia non ha rallentato il riscaldamento globale
La pandemia da coronavirus ha portato con sé soltanto un calo delle nuove emissioni che, nel 2020, sono scese del 7% rispetto al picco di 52,4 gigatonnellate di CO2 equivalente raggiunto nel 2019. Nel lungo periodo, però, questo dato è irrilevante. Parte dei gas serra emessi, infatti, viene assorbita dagli oceani, che si acidificano con gravi conseguenze per flora e fauna, oppure dalle foreste che, però, risultano sempre meno efficienti come serbatoi naturali. Circa la metà invece si accumula in atmosfera, dove rimane per decenni. Se anche le nuove emissioni venissero prontamente azzerate, mette in chiaro l’OMM, continueremmo comunque per decenni a fare i conti con i cambiamenti climatici.
Difficile centrare l’Accordo di Parigi
Questi dati rappresentano un «severo messaggio scientifico per tutti», rimarca Petteri Taalas. Se le concentrazioni di gas serra continueranno ad aumentare a questo ritmo, il riscaldamento globale supererà di gran lunga la soglia prevista dall’Accordo di Parigi, cioè «ben al di sotto dei 2 gradi centigradi rispetto ai livelli preindustriali». Un altro studio pubblicato stavolta dal Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente (Unep), l’Emissions Gap Report, paventa addirittura una crescita di 2,7 gradi centigradi entro la fine del secolo. Le conseguenze, per il pianeta e per chi lo abita, sarebbero irreversibili.
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