Dal 2019 niente più finanziamenti per l’esplorazione e la produzione di combustibili fossili (petrolio e gas). Lo ha annunciato la Banca Mondiale durante il “One Planet summit” organizzato il 12 dicembre a Parigi dal presidente Emmanuel Macron, dalle Nazioni Unite e dalla stessa Banca Mondiale. Una decisione storica presa dall’istituto di Washington per dare il proprio contributo al raggiungimento degli obiettivi previsti dall’Accordo di Parigi sul clima COP21, siglato due anni fa nella capitale francese. La Banca Mondiale ha previsto qualche possibile eccezione solo per progetti nei Paesi poveri “dove ci potrebbero essere chiari benefici in termini di accesso all’energia”.
Gli impegni contro i cambiamenti climatici
L’istituto sta anche lavorando per rispettare l’impegno preso nel 2015: far sì che entro il 2020 il 28% dei suoi prestiti sia destinato a progetti e azioni sul clima. Progetti di salvaguardia ambientale, di energie rinnovabili e di adattamento. E dalla fine dell’anno prossimo la Banca Mondiale fornirà dati su base annuale sulle emissioni di gas serra legate a progetti che finanzia in settori come quello energetico e comincerà ad “internalizzare” il costo ambientale (in termini di “costo ombra” del carbonio) nella valutazione della convenienza dei progetti. Il presidente dell’istituto, Jim Yong Kim, ha anche annunciato iniziative in diverse parti del mondo per aiutare i Paesi a ridurre le loro emissioni di gas serra. Tra queste un accordo multimilionario per distribuire milioni di lampadine a led, migliaia di auto elettriche e stazioni di ricarica e milioni di contatori intelligenti in tutta l’India.
La mobilitazione della finanza
La Banca Mondiale ha disegnato un vero e proprio piano per mobilitare la finanza contro i cambiamenti climatici e, quindi, anche contribuire alla fine della produzione di energia da fonti fossili. Lo stop ai finanziamenti a petrolio e gas è solo uno dei punti di questo piano.
Tra gli altri interventi quello dell’Ifc (International Finance Corporation, del gruppo Banca Mondiale), che investirà 325 milioni di dollari nel Green Cornerstone Bond Fund, finanzierà la riduzione dei sussidi ai combustibili fossili (come ha appena fatto in Egitto erogando 1,15 miliardi di dollari), sosterrà gli investimenti messi in evidenza al One Planet Summit che dimostrano l’opportunità di finanziare diversi tipi di attività sostenibili, in aree definite “trasformative”.
E sono state costruite nuove partnership per il clima, chiamate “aree di sviluppo climate-smart”: per esempio con il Canada per incentivare lo sviluppo sostenibile, con il Marocco per l’agricoltura di adattamento ai cambiamenti climatici, con i Caraibi per creare per la prima volta al mondo una zona “climate-smart”, fondata su energie rinnovabili e architettura di resilienza, e includendo i principi della sostenibilità nella Development Finance Initiatives, che investe nel settore privato ben 35 miliardi di dollari annui.
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