Tassonomia e finanza green: recentemente sono stati presentati quattro documenti fondamentali riguardanti il Piano di Azione della Commissione europea per un’economia più verde e più pulita. Il progetto, avviato nel marzo del 2018, ha lo scopo di indirizzare i capitali verso un’economia a bassa intensità di carbonio.
A maggio del 2018 la Commissione Europea ha avviato l’attuazione delle prime misure contenute nel Piano di Azione introducendo tre proposte di regolamento riguardanti:
- tassonomia delle attività eco-compatibili;
- benchmark low-carbon e positive carbon impact;
- disclosure su rischi ESG da parte degli investitori istituzionali.
La Commissione Europea ha successivamente nominato il Technical Expert Group on Sustainable Finance (TEG), un gruppo multi-stakeholder di esperti riuniti dalla Commissione per stabilire le linee guida sulla finanza sostenibile in Europa ed incaricati di fornire consulenza su quattro specifiche tematiche relative: alla tassonomia, con priorità sui temi ambientali e, in particolare, su mitigazione e adattamento al cambiamento climatico; al miglioramento delle linee guida sulla rendicontazione delle informazioni legate al clima da parte di imprese di grandi dimensioni e di interesse pubblico (tra cui banche, asset manager, compagnie assicuratrici); all’introduzione di un Green Bond Standard europeo ovvero una certificazione di qualità europea per le obbligazioni verdi; ai criteri comuni per la costruzione di benchmark low-carbon e positive-carbon impact.
Il TEG si è impegnato a realizzare quattro report su ciascuna delle aree tematiche indicate dalla Commissione UE. Lo scorso 18 giugno, a Bruxelles, sono stati presentati due report finali riguardanti la Tassonomia e lo standard europeo per i Green Bond e un report provvisorio sui Climate Benchmarks and Benchmarks’ ESG Disclosures.
Inoltre in tale occasione la Commissione Europea ha presentato le nuove linee guida per la rendicontazione delle informazioni sul clima.
Questi quattro documenti segnano un’ulteriore accelerazione da parte dell’Europa per rispettare gli obiettivi climatici dell’Accordo di Parigi (COP21).
I quattro documenti fondamentali di finanza sostenibile
Le linee guida per migliorare la comunicazione aziendale delle informazioni sul cambiamento climatico agli investitori;
Il sistema di classificazione UE – la cosiddetta tassonomia europea – per determinare se un’attività economica è sostenibile dal punto di vista ambientale;
La definizione di uno standard europeo per i Green Bond;
Il rapporto provvisorio sui benchmark europei sul clima e la disclosure sui benchmark Esg.
Le linee guida sulla rendicontazione delle informazioni sul cambiamento climatico
Partendo dalle proposte elaborate dal TEG, la Commissione europea ha pubblicato le linee guida rivolte alle aziende affinché queste possano migliorare la rendicontazione del proprio impatto sul clima e gli impatti che il cambiamento climatico può avere sul proprio business.
Il documento contiene raccomandazioni pratiche volte a facilitare il compito delle imprese di fornire tali preziose informazioni, in coerenza con i requisiti della direttiva sulla rendicontazione non finanziaria (Direttiva 2014/95/EU) e ad integrazione delle linee guida della Taskforce on Climate-related Financial Disclosures (TCFD del Financial Stability Board). Sono circa 6.000 le imprese, tra aziende quotate, banche e assicurazioni, che sono obbligate a fornire informazioni di carattere non finanziario sul proprio impatto ambientale.
I report sulla finanza sostenibile a cura del TEG
Oltre alle linee guida, la Commissione europea ha pubblicato tre report sulla finanza sostenibile a cura del gruppo di lavoro TEG. Il primo, forse il più importante perché fornisce le basi per gli altri (e per le linee guida), è quello sulla tassonomia europea atto a definire il sistema di classificazione delle attività economiche sostenibili dal punto di vista ambientale.
Vediamo nel dettaglio come sono strutturati questi rapporti in materia di finanza sostenibile.
1. Il rapporto tecnico sulla tassonomia europea
Una guida pratica – l’unica realizzata a livello europeo – per policy maker, industrie e investitori, che mira a individuare le attività economiche green. Per la Commissione europea costituisce la base per indirizzare gli investimenti privati verso un’economia low carbon.
Il documento si compone di 414 pagine nelle quali il TEG definisce i criteri in base ai quali un’attività possa essere definita “sostenibile”. Ovvero che abbia un impatto positivo su almeno uno dei 6 obiettivi di tutela dell’ambiente individuati, senza danneggiare gli altri.
Gli obiettivi sono:
- mitigazione degli effetti del climate change;
- adattamento al climate change;
- uso sostenibile e protezione dell’acqua e delle risorse marine;
- transizione verso un’economia circolare, riduzione degli sprechi e riciclo dei materiali;
- contenimento dell’inquinamento e tutela degli ecosistemi.
A sua volta un’attività economica, per essere considerata sostenibile, deve soddisfare quattro condizioni:
- contribuire positivamente ad almeno uno dei sei obiettivi ambientali delineati sopra;
- non avere un impatto negativo su nessun altro degli obiettivi;
- essere coerente con standard sociali minimi;
- rispettare determinati criteri tecnici (qualitativi o quantitativi, basati su evidenze scientifiche e sulle attuali pratiche di mercato). Tali criteri consentono di definire se un’attività contribuisce positivamente (“substantially contribute”) oppure non comporta effetti negativi (“not significantly harm”) rispetto agli obiettivi ambientali.
I macrosettori selezionati dal TEG sono stati: agricoltura, silvicoltura e pesca; manifatturiero; elettricità, gas, forniture di vapore e aria condizionata; stoccaggio e trasporto; costruzioni e immobiliare.
In base ai criteri stabiliti dal TEG ogni impresa sarà in grado di stabilire e comunicare se le attività in cui è impegnata rispettino o meno la tassonomia della Commissione europea. In particolare potrà indicare quanta parte del proprio fatturato possa essere considerata “sostenibile” in base alle definizioni contenute in tale tassonomia.
2. Il rapporto sullo standard europeo per i Green bond
Il secondo report riguarda il “Green Bond Standard europeo” e definisce criteri chiari e comparabili per l’emissione di green bond. In particolare, facendo riferimento alla tassonomia, questi standard cercano di determinare quali attività siano meritevoli di essere finanziate con un green bond.
Nello specifico il TEG raccomanda che un Green Bond, secondo l’EU GBS, si definisce come un’obbligazione o un qualsiasi titolo di debito, quotato o non quotato, emesso da un’organizzazione europea, extra-europea o internazionale che soddisfa tre requisiti:
- dichiarazione esplicita di allineamento all’EU GBS da parte dell’emittente;
- impiego dei proventi in progetti green (finanziamento e rifinanziamento di progetti nuovi e già esistenti);
- accertamento della conformità all’EU GBS da parte di un revisore esterno (External Reviewer), riconosciuto e accreditato presso le istituzioni europee competenti
Basato sulle migliori pratiche di mercato, il EU Green Bond Standard individua quattro elementi fondamentali che devono essere rispettati:
- Allineamento con la tassonomia europea;
- Pubblicazione degli obiettivi ambientali e della strategia attuata per raggiungerli;
- Rendicontazione obbligatoria sull’allocazione delle risorse e sugli impatti ambientali;
- Verifica obbligatoria a cura di un revisore esterno.
Con questo report la Commissione si pone l’obiettivo di sostenere il mercato delle obbligazioni verdi e accrescere gli investimenti sostenibili e responsabili. Il TEG ha inoltre spiegato come tale strumento, con le caratteristiche proposte, potrebbe contribuire ad abbattere gli ostacoli che limitano lo sviluppo del mercato dei green bond e a incrementare i flussi finanziari verso progetti green.
3. Il rapporto (provvisorio) sui benchmark europei sul clima
Il terzo report riguarda i “benchmark europei sul clima e la disclosure sui benchmark Esg”. I benchmark low-carbon implicano la “decarbonizzazione” dei benchmark tradizionali, ovvero la selezione di titoli associati a minori livelli di emissioni di CO2. Mentre i positive-carbon impact comprendono attività in grado di evitare più emissioni rispetto a quelle effettivamente emesse: consentono quindi agli investitori di confrontare i portafogli rispetto a panieri di titoli che contribuiscono a creare scenari in linea con gli obiettivi dell’Accordo di Parigi.
La metodologia indica i requisiti tecnici degli indici di riferimento (benchmark) che aiutano gli investitori a investire in modo davvero sostenibile (e combattere così il greenwashing). Il report definisce anche i requisiti di rendicontazione per i provider di benchmark Esg.
Per essere qualificati come indici di riferimento per la transizione climatica, tali benchmark devono soddisfare specifici criteri, tra cui:
- dimostrare una diminuzione significativa dell’intensità complessiva delle emissioni di gas a effetto serra rispetto ai tradizionali benchmark;
- essere sufficientemente esposti a settori rilevanti per il contrasto del cambiamento climatico;
- mostrare la loro capacità di ridurre la propria intensità di emissioni su base annua.
I prossimi passi
Il mandato del TEG è stato prorogato fino alla fine dell’anno. In questi mesi il gruppo di lavoro si adopererà per vagliare ulteriori feedback ricevuti grazie ad un’apposita consultazione che terminerà il prossimo 13 settembre (Call for feedback on TEG report on EU Taxonomy) e per realizzare una guida sull’implementazione della tassonomia. Inoltre, a settembre, verrà pubblicata una relazione finale che servirà da base per la stesura degli atti delegati da parte della Commissione europea.
Infine, per attuare l’accordo di Parigi e raggiungere gli Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite, la Commissione europea propone di aumentare il livello di ambiziosità dei programmi climatici di tutta l’Europa portando il budget di spesa per il raggiungimento degli obiettivi climatici al 25% nel periodo 2017-2021.