Sostenibilità a tavola, Virginia Woolf nel 1929 scriveva: «Non si può pensare bene, né amare bene, né dormire bene, se non si è pranzato bene» nella sua raccolta di saggi “Una stanza tutta per sé” dedicata all’emancipazione delle donne, diventato fin da subito uno dei livre de chevet di tutti i movimenti per la parità dei diritti.
Forse possiamo allargare questo pensiero anche alla sostenibilità sociale e ambientale del cibo. Un Paese non può “stare bene” se dietro al cibo che produce si nascondono sfruttamento, inquinamento e criminalità. E questo purtroppo succede, malgrado i progressi e gli interventi mirati per il contrasto alla criminalità agricola.
Secondo il 6° Rapporto Agromafie 2019 su 12.181 beni immobili confiscati alla criminalità organizzata oltre il 23% è rappresentato da terreni agricoli. Inoltre, secondo la Direzione Investigativa di Roma, il 15% del fatturato totale realizzato dall’insieme di tutte le attività agricole appartiene all’illecito, una cifra enorme quantificabile in almeno 24,5 miliardi di euro. I dati mostrano come su 5.667 accessi ispettivi condotti dai Carabinieri del Comando Tutela Lavoro in aziende appartenenti al settore agricoltura, silvicoltura e pesca, il 58% ha portato alla scoperta di illeciti tra irregolarità contrattuali, frodi e caporalato.
Dai dati emerge che la catena della produzione alimentare sia in alcuni casi soggetta ad attività illecite, dall’alfa (la semina e il raccolto) all’omega (lo smaltimento illegale dei rifiuti che intossicano i campi e le falde acquifere) passando per il sistema dei trasporti, della distribuzione e dell’export. (Legambiente Rapporto Ecomafia 2021)
Sostenibilità sociale e ambientale dell’agricoltura
Il contrasto all’illegalità può trovare un fondamentale supporto proprio nel segmento più importante per il futuro della filiera agricola: quello biologico, sostenibile e innovativo.
Per indurre questo settore produttivo a mettere in campo azioni indispensabili al raggiungimento dei 17 Sustainable Development Goals delle Nazioni Unite (la serie di obiettivi interconnessi per ottenere un futuro migliore e più sostenibile per tutti) occorrerebbe puntare sulla diffusione delle pratiche di economia circolare, l’utilizzo sostenibile delle materie prime, la capacità di aumentare la consapevolezza dei consumatori rispetto alle scelte d’acquisto. Queste azioni ridurrebbero anche la capacità d’infiltrazione della criminalità, più in difficoltà con realtà dove sono presenti operatori con una forte identità e precisi obiettivi di sviluppo.
Il biologico può farlo perché riveste un ruolo chiave per lo sviluppo sostenibile dell’Ue fino a diventarne in qualche modo un simbolo. Inoltre è nella singolare simbiosi tra ruralità e tecnologia che l’agricoltura, e quella biologica in massimo modo, si afferma senza dubbio come uno dei principali campi entro cui si gioca la partita del Green Deal Europeo e, di nuovo, è proprio in questo ambito, quello dell’agricoltura 4.0, che si assiste alla nascita di nuovi scenari entro cui i progressi che uniscono innovazione e tradizione, rendimento e responsabilità, tracciabilità e trasparenza, contribuiscono a proiettare una luce sul percorso ideale da seguire per il benessere dell’economia reale.
Il settore agricolo italiano
Il settore agricolo italiano si conferma il più performativo d’Europa: dalla tutela della biodiversità, alla prevenzione degli eventi idrogeologici avversi, per arrivare al ruolo che riveste nello sviluppo delle energie rinnovabili. Questo modello di sviluppo è valso all’Italia il primo posto in Ue per valore aggiunto nel campo agroalimentare.
Il cluster del biologico italiano si configura quindi come settore chiave per la crescita sostenibile e responsabile del Paese e punto di riferimento per i tre principali obiettivi al 2050: zero emissioni di gas a effetto serra, crescita economica dissociata dall’uso delle risorse, inclusione e coesione di tutte le persone e di tutti i Territori.
Finanza etica: rendimento e impatto positivo sul Pianeta
La capacità unica del biologico di unire l’obiettivo del rendimento a quello dell’impatto positivo sul Pianeta rispecchia anche la caratteristica principale della mission di Etica Sgr, prima società di gestione del risparmio italiana ad avere assunto un impegno concreto nella lotta ai cambiamenti climatici. Perseguire, quindi, obiettivi di crescita consapevoli, responsabili e attenti, unicamente attraverso strategie che puntano a dare valore ai risparmi dei clienti investendo solo in settori e realtà che rispettano determinati criteri in materia di tutela dell’ambiente, diritti umani e buon governo aziendale.
Scegliere i fondi etici di Etica Sgr non solo è un modo per favorire l’economia reale e le realtà che operano in maniera responsabile ma rappresenta anche un contributo essenziale alle grandi sfide globali che siamo tutti chiamati a fronteggiare, come il cambiamento climatico e la tutela dei diritti umani. Realtà che definiscono, come abbiamo visto, il ruolo e la vocazione dell’agricoltura contemporanea nel tratteggiare il futuro del nostro Paese, dell’Europa, del Pianeta.
In qualità di investitori responsabili riteniamo importante anche contribuire alla creazione di un sistema economico più sostenibile e inclusivo. I sottoscrittori dei nostri fondi etici, infatti, possono scegliere di devolvere lo 0,1% del capitale investito (1 euro ogni mille) a favore di un fondo che fa da garanzia a progetti di microfinanza in Italia e che sostiene iniziative di crowdfunding ad alto impatto sociale e ambientale, sempre in Italia. Tali iniziative e progetti sono poi selezionati e gestiti da Banca Etica.
La tutela e lo sviluppo del biologico e del marchio bio italiano
Inoltre la filiera dei prodotti agricoli biologici è finalmente incoraggiata da una risoluzione attesa da anni e finalmente resa operativa con la legge per la Tutela e lo sviluppo del biologico e del marchio bio: il provvedimento, approvato in Senato il 4 marzo 2022, prevede l’istituzione di un tavolo tecnico per la produzione biologica con l’istituzione di un fondo per lo sviluppo, la formazione professionale degli operatori del settore e la creazione di distretti biologici.
La risoluzione s’inserisce all’interno del Piano Triennale di contrasto allo sfruttamento lavorativo in agricoltura e al caporalato (2020-2022). Questo progetto di legalità è sviluppato dal Tavolo Caporalato, il nucleo nato per contrastare lo sfruttamento in agricoltura, presieduto dal Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, e riunisce tutti gli Enti istituzionali coinvolti a livello nazionale e territoriale, le parti sociali e le principali organizzazioni del Terzo Settore
La white list delle aziende agricole e la rete lavoro agricolo di qualità
Il Piano triennale sviluppato insieme all’Organizzazione internazionale del lavoro (Oil) in collaborazione con la Commissione europea ha lo scopo di prevenire e contrastare l’irregolarità e lo sfruttamento in agricoltura. L’obiettivo del Piano è proteggere l’intera filiera tramite azioni di contrasto all’illegalità come l’istituzione di una white list delle aziende agricole e di una Rete del lavoro agricolo di qualità, soluzioni che servono a isolare le cellule della criminalità agricola ma svolgono anche un’indispensabile attività di prevenzione e protezione dei lavoratori. Questo avviene attraverso, ad esempio, l’analisi del fabbisogno di manodopera nelle diverse aree territoriali basata su un calendario delle colture stagionali, e la costituzione di un sistema di servizi integrati di riferimento per l’assistenza dei braccianti e il reinserimento socio-lavorativo delle vittime di caporalato. Per l’attuazione del Piano, nel 2020, sono stati stanziati 700 milioni di euro.
Etica Sgr e il progetto SfruttaZero
L’azione di Etica Sgr per il sostegno del lavoro responsabile in agricoltura e il supporto agli operatori del settore si è concretizzata supportando il progetto SfruttaZero attraverso uno strumento fondamentale di integrazione, la microfinanza, grazie alla quale si possono concretizzare, favorendo la nascita di nuove aziende, azioni di valore per la costruzione di una filiera più virtuosa, sostenibile, competitiva e responsabile.
Il progetto SfruttaZero, una realtà di autoproduzioni di salsa di pomodoro di tipo cooperativo e mutualistico promosso da precari e migranti in territori diversi, è stato realizzato proprio grazie alla possibilità che Etica Sgr offre ai sottoscrittori dei fondi comuni del Sistema Etica, di destinare lo 0,1% dell’importo investito ad un fondo appositamente creato che fa da garanzia a progetti di microfinanza. Tali progetti e iniziative sono selezionati e gestiti da Banca Etica. Dal 2003, anno di istituzione del Fondo per la microfinanza, sono già stati erogati più di 400 finanziamenti, che hanno sostenuto l’economia reale creando un mezzo di congiunzione tra microeconomia e grandi aziende.