Paradisi fiscali, le società poco trasparenti non dovrebbero ricevere sostegno dai governi europei. È questa la richiesta avanzata da Oxfam, ONG che si dedica alla battaglia contro la povertà.
Limitare gli aiuti statali alle aziende poco trasparenti
In risposta alla crisi economica scatenata dalla pandemia globale di coronavirus, i Paesi del Vecchio Continente stanno mettendo in campo pacchetti di aiuto alle aziende basati su finanziamenti diretti o garanzie pubbliche. Mentre gli esecutivi e i parlamenti nazionali discutono nuove proposte, l’organizzazione chiede quindi alle forze politiche europee di impegnarsi per introdurre l’inammissibilità al beneficio della garanzia statale per le imprese residenti che praticano una strategia fiscale aggressiva. Ovvero per quelle aziende che sono presenti in almeno uno dei 12 Paesi inseriti nella lista europea delle giurisdizioni non cooperative. I paradisi fiscali, insomma.
Dove sono i paradisi fiscali?
Il tema è più complesso di quanto sembri. Aggiornata alla fine di febbraio, la lista nera redatta dalla UE comprende principalmente quei Paesi che rifiutano tuttora uno scambio automatico di informazioni con le altre nazioni, le autorità di queste ultime e le loro agenzie delle entrate. Il gruppo è composto da Samoa Americane, Cayman, Figi, Guam, Oman, Palau, Panama, Samoa, Trinidad e Tobago, Isole Vergini Americane, Vanuatu e Seychelles.
La lista, osservano i critici, non comprende gli Stati membri della UE accusati da tempo di offrire condizioni fiscali e normative di governance eccessivamente favorevoli alle società. Secondo le stime degli economisti Thomas Tørsløv, Ludvig Wier e Gabriel Zucman, l’87% degli utili d’impresa trasferiti artificialmente dalle società italiane nel 2017 è finito in sei giurisdizioni europee: Belgio, Cipro, Irlanda, Lussemburgo, Malta e Paesi Bassi. Operazioni strategiche che avrebbero determinato un risparmio fiscale di 6,35 miliardi di dollari.
Paradisi fiscali e società offshore: Etica Sgr firma l’iniziativa per il Congresso degli Stati Uniti
Etica Sgr è tra i co-firmatari di un’iniziativa di engagement rivolta al Congresso USA per sostenere il Disclosure of Tax Havens and Offshoring Act (trasparenza sui paradisi fiscali e legge sull’offshore). Le grandi società che adottano strategie caratterizzate da scarsa trasparenza sui dati fiscali tendono a ridurre al minimo i loro obblighi, ottenere vantaggi competitivi nascosti e persino generare profitti artificiali, attraverso rimborsi fiscali e altri benefici. Ma non solo: la scarsa trasparenza fiscale apre le porte a un rischio enorme, mettendo a repentaglio la redditività futura e la stabilità finanziaria a lungo termine.
Finanza responsabile paradisi fiscali rendicontazione Tasse