Guerra in Ucraina, lo scenario economico e il posizionamento dei fondi di Etica Sgr. Gli eventi ci portano a commentare fatti che mai avremmo voluto accadessero. A tal proposito consigliamo la lettura “La guerra non è mai una soluzione“. In qualità di investitori responsabili dobbiamo però analizzare e valutare le implicazioni per i mercati finanziari e per i portafogli.
L‘invasione dell’Ucraina da parte della Russia è avvenuta il 24 febbraio 2022 sotto gli occhi attoniti del mondo. L’Occidente ha immediatamente risposto con pesanti sanzioni economiche e finanziarie alla Russia le cui ripercussioni potranno avere effetti anche al di fuori dal Paese. Le ricadute per le economie internazionali sono incerte, è però probabile che si assista a una minore crescita economica e a tassi di inflazione che rimarranno elevati per un periodo più lungo del previsto.
Le attese prima della guerra in Ucraina
È utile fare un passo indietro per capire in quale contesto macroeconomico e di aspettative si inserisce questa crisi e valutare cosa cambia rispetto allo scenario di base.
Per la prima parte del 2022 le aspettative parlavano di una crescita economica moderata, che nonostante le limitazioni imposte dalla nuova variante Covid, denominata Omicron, sembrava destinata a riprendersi grazie al supporto dei consumi (aiutati dall’aumento del reddito disponibile) e del venir meno delle strozzature lungo la catena di fornitura, con una conseguente spinta positiva anche agli investimenti. L’inflazione, dopo essersi dimostrata non del tutto transitoria, era attesa in calo verso il 2%, a causa del venir meno delle pressioni sui prezzi dal lato dell’offerta e delle azioni delle principali Banche Centrali che avevano già annunciato (seppur con diverse intensità e velocità) la progressiva riduzione dello stimolo monetario. In questo contesto abbiamo assistito ad una rimodulazione delle aspettative sui mercati finanziari con incrementi dei tassi di interesse, allargamento degli spread e forti rotazioni settoriali nei mercati azionari che hanno visto penalizzati i titoli più sensibili ai movimenti sui tassi di interesse.
Per la seconda parte dell’anno le attese erano per un ritorno verso una situazione di equilibrio caratterizzata da crescita robusta (sopra il potenziale), inflazione più elevata ma sotto controllo e banche centrali attive per rispettare il loro mandato di controllo della crescita dei prezzi senza danneggiare le economie. I mercati, dopo aver scontato gli incrementi dei tassi, si sarebbero mostrati molto attenti a valutare quanto il venir meno del supporto delle Banche Centrali avrebbe potuto impattare sulla crescita e sugli utili societari.
Scenario dopo la guerra in Ucraina
La crisi geopolitica ha imposto di rivedere questo scenario anche se i possibili effetti in termini di shock negativi per l’economia globale rimangono al momento difficilmente stimabili. Molto dipenderà dalle reazioni della Russia e dall’impatto della crisi sui prezzi di gas e petrolio e sulla fiducia di imprese e consumatori.
È comunque probabile che si delinei uno scenario che prevede una crescita più debole e un’inflazione più persistente del previsto: il rialzo dei prezzi dei prodotti energetici potrebbe infatti implicare rialzi strutturali negli indici dei prezzi e deprimere il potere d’acquisto dei consumatori. Secondo alcuni economisti potrebbero esserci anche conseguenze sui margini delle aziende, con impatti sulla crescita europea che variano dallo 0,5% all’1,5%.
Il posizionamento del fondi di Etica Sgr
Dal punto di vista dell’esposizione diretta alla crisi va sottolineato che i portafogli dei fondi etici non investono in titoli di debito russi, bielorussi o ucraini (per approfondire leggi la sezione Selezione).
Lato azionario ricordiamo altresì che i fondi di Etica Sgr non investono in aziende russe e bielorusse. L’esposizione indiretta alla Russia, legata ai ricavi che le aziende nei portafogli etici conseguono con il mercato russo, rimane marginale e circoscritta a pochi titoli.
Evidenziamo anche che, ad oggi, è sospeso l’investimento dei fondi in titoli appartenenti al settore finanziario (con l’eccezione di alcuni Green Bond per il fondo Etica Impatto Clima), fortemente impattato dalla volatilità di questi giorni. Questo fa sì che le maggiori banche esposte alla Russia non siano presenti nell’universo investibile dei fondi di Etica Sgr.
La situazione attuale è in continua evoluzione e non possiamo escludere che eventuali turbolenze sul mercato russo possano avere un impatto anche sulle valutazioni dei titoli in cui investono i fondi del Sistema Etica. L’ampia diversificazione dei nostri portafogli dovrebbe però essere in grado di smussare la volatilità di breve.
L’approccio dei portafogli dei fondi di Etica Sgr
In questo contesto i portafogli dei fondi di Etica Sgr per quanto riguarda la parte obbligazionaria, dopo un inizio anno con un forte sottopeso di duration, si erano già gradualmente riportati alla neutralità: la risalita dei tassi e l’allargamento degli spread dei titoli periferici e semi core (per es. Francia, Belgio, Austria, Irlanda e Finlandia) avevano infatti indotto il gestore a riposizionare i portafogli sulle emissioni obbligazionarie che mostravano un valore relativo interessante, in attesa dei meeting e delle decisioni delle Banche Centrali.
I portafogli azionari, a fronte di una view cauta ma costruttiva, erano impostati con un’esposizione neutrale rispetto al benchmark di riferimento, con alcune scelte attive in termini settoriali e geografici per bilanciare il portafoglio tra temi strutturali o difensivi e temi che avrebbero potuto beneficiare delle riaperture e della crescita dei consumi nella seconda parte del 2022.
In questo scenario la cautela è d’obbligo ed è molto probabile assistere a momenti di volatilità consistente, tuttavia l’attuale situazione non impone di effettuare interventi riallocativi di portafoglio.
Obbligazioni
Lato obbligazionario i tassi hanno ricominciato a calare, come sempre accade nelle situazioni in cui la propensione per il rischio si abbassa. Il portafoglio dei fondi rimane neutrale in termini di duration con una preferenza per i titoli italiani e le emissioni europee rispetto al Bund tedesco che, ad oggi, rimane molto caro in termini relativi.
Banche centrali
Le Banche Centrali al momento non si sbilanciano: se da un lato dovranno essere pronte ad una risposta monetaria a garanzia del sistema bancario e a supporto della stabilità dei mercati finanziari (immissione liquidità), dall’altro dovranno aderire al loro mandato di medio termine che prevede la stabilità dei prezzi. È probabile che la guerra in Ucraina rallenti il cambio di attitudine della FED, che dovrebbe comunque decidere di aumentare i tassi al prossimo incontro di marzo. Per la BCE invece appare più probabile uno slittamento dell’inasprimento della politica monetaria: l’impatto della crisi sulla crescita europea potrebbe essere maggiore e la Banca Centrale si è dichiarata pronta a fornire tutto il supporto necessario. Questo atteggiamento giustifica la preferenza per i titoli italiani e, in generale, periferici rispetto ai titoli core (per es. la Germania). Supporto a queste attività potrebbe arrivare anche dal fatto che la crisi geopolitica potrebbe generare maggiore coesione all’interno dell’Unione Europea che farà di tutto, ricorrendo ad aiuti fiscali, per alleviare l’impatto sulle economie dell’eventuale incremento dei prezzi dei prodotti energetici.
Borse
Dal lato dei mercati azionari, il riaggiustamento degli indici di Borsa si era focalizzato soprattutto sull’aumento tassi, senza considerare la fase successiva: la valutazione della crescita e l’impatto sui multipli delle imprese. La crisi scaturita dalla guerra in Ucraina ha invece spostato l’attenzione degli investitori sul possibile impatto che un brusco rallentamento della crescita potrebbe avere sui multipli e sugli utili societari.
Questa situazione, come si diceva, impone cautela e giustifica un posizionamento neutrale, con esposizione bilanciata anche su settori difensivi come ad esempio, beni di prima necessità e telecomunicazioni. La crisi ha posto in evidenza anche la necessità e l’urgenza di svincolarsi dalla dipendenza energetica dalla Russia: ciò potrebbe comportare un’accelerazione negli investimenti Green, proprio allo scopo di diversificare le fonti di approvigionamento energetico, soprattutto in Europa.
Sempre nel Vecchio Continente è possibile assistere a una buona tenuta del settore dei servizi di pubblica utilità e a ricadute positive su industriali e tecnologici, ossia dei settori propedeutici e a supporto degli investimenti verdi.
Negli Stati Uniti, sebbene gli utili possano reggere il contraccolpo della crisi meglio rispetto ad altre aree geografiche, l’aumento dell’avversione al rischio potrebbe indurre ulteriori correzioni, soprattutto se si considera che il premio per il rischio del mercato rimane ancora basso rispetto, ad esempio, al livello visto in piena crisi Covid-19. Questo giustifica ancora il sottopeso sul mercato USA, che consentirà di avere spazi di incremento e flessibilità in caso di sviluppi positivi. Il Giappone beneficia ancora del grosso supporto a livello di valutazioni e earning momentum (accrescimento del valore degli utili per azione). Il vero rischio per il mercato nipponico potrebbe derivare da un risk-off (mercato pessimista) pesante sui mercati con il conseguente impatto sullo yen il cui rafforzamento potrebbe costringere a ridurre il sovrappeso su questo mercato.
I rendimenti passati non sono indicativi dei rendimenti futuri.
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