La finanza etica per contrastare il cambiamento climatico. Intervista su LA7 a Aldo Bonati e Cristina Colombo

Finanza etica e lotta al cambiamento climatico: Aldo Bonati, Stewardship and ESG Networks Manager, e Cristina Colombo, ESG Anaylist di Etica Sgr, rispondono alle domande di LIKE, su LA7.

Le scelte per invertire la rotta dipendono da noi

Gli eventi drammatici delle ultime settimane, in Spagna e non solo, sono l’ennesimo campanello d’allarme dell’impatto dei cambiamenti climatici sulle nostre vite. I fenomeni atmosferici estremi ci sono sempre stati, ma mai con la frequenza alla quale stiamo assistendo in tempi recenti, racconta Aldo Bonati, Stewardship and ESG Networks Manager di Etica ESG.

Aldo Bonati – «Il 2024 ha segnato un punto di svolta nella storia climatica del pianeta. Secondo i dati del programma europeo Copernicus, che monitora il cambiamento climatico a livello globale, nell’anno in corso si sono registrate temperature record, affiancate da un incremento di fenomeni meteorologici estremi. Siamo vicini a un punto di non ritorno, e questo chiama tutti all’azione: le istituzioni, le aziende, i cittadini e gli investitori. Le scelte di ciascuno di noi, soprattutto finanziarie, sono decisive per invertire la rotta

Gli interventi a livello internazionale urgenti e necessari

Si è da poco chiusa la COP29, il cui numero progressivo indica le Conferenze annuali che si sono fin qui svolte. Un evento promosso dalle Nazioni Unite, questa volta a Baku in Azerbaigian, nel corso del quale sono emersi numeri e tendenze preoccupanti, con l’invito a mettere in campo interventi urgenti e coordinati a livello internazionale per produrre effetti tangibili e misurabili.

Aldo Bonati – «In un mondo globalizzato, il contrasto ai cambiamenti climatici non può essere relegato a movimento d’opinione. Di recente, il primo rapporto di valutazione dei rischi climatici dell’Agenzia Europea dell’Ambiente ha fatto chiaramente emergere l’insufficiente preparazione del Vecchio Continente di fronte ai crescenti rischi climatici. Non si tratta solo di essere cittadini responsabili, ma anche di attivarsi per minimizzare i rischi che si corrono da un punto di vista economico, a causa di eventi estremi, come incendi o inondazioni. Un’azione rapida è necessaria anche per rendere le aziende più competitive e tutelare gli investitori

Più fiducia per le aziende impegnate nella lotta al cambiamento climatico

La sfida climatica non si limita agli aspetti ambientali, ma ha ripercussioni profonde sull’economia, la società e la politica. Tra gli investitori cresce l’attenzione a questa tematica, anche nella consapevolezza dell’importanza di avere un quadro più completo dei rischi che può correre un’azienda potenzialmente oggetto di investimento, spiega Cristina Colombo, ESG Analyst di Etica Sgr.

Cristina Colombo – «Sin dalla nostra fondazione, nel 2000, adottiamo un approccio attivo per monitorare e mitigare i rischi ambientali, sociali e di governance, tramite la selezione dei titoli che compongono i portafogli, il voto in assemblea e il dialogo con le aziende. La nostra metodologia ci permette di selezionare solo gli emittenti che dimostrano di essere responsabili. Questo significa che valutiamo positivamente le società che si impegnano nella riduzione delle emissioni e impiegano energia da fonti rinnovabili. Riteniamo che le aziende più virtuose possano beneficiare di una maggiore fiducia del mercato ed essere più preparate ad affrontare le sfide future.»

Inclusività sociale e tutela ambientale per una transizione “giusta”

La transizione, per essere davvero sostenibile, non può limitarsi a considerare gli aspetti ambientali, ma deve essere giusta e inclusiva, quindi considerare anche i diritti dei lavoratori e delle comunità locali. Così la dimensione sociale si integra con quella ecologica, in una visione globale sia dei rischi che delle opportunità di crescita.

Cristina Colombo – «La finanza è un volano di cambiamento e gli investitori possono fare molto per una transizione giusta, in grado di dare valore ai risparmi considerando le esigenze sociali, a partire da quelle dei lavoratori. Infatti, la Commissione Europea stima che la transizione climatica impatterà circa il 40% per cento dei posti di lavoro. Quanto più la finanza etica si afferma, tanto maggiore è il suo potere di incentivare le aziende ad adottare un approccio equilibrato tra ambiente e società, per una gestione più efficiente che considera gli impatti sociali, riducendo i rischi operativi e legali.»

Si prega di leggere le Note legali.

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