Crisi idrica, nasce l’Agenda d’azione per l’acqua

L’Agenda d’azione per l’acqua è il dispositivo nato in occasione della conferenza Onu 2023 per accelerare gli sforzi internazionali per affrontare la crisi idrica globale.

Il futuro del Pianeta si riflette nell’acqua, restituendoci il profilo di due realtà di cruciale importanza: la prima è rappresentata dai pericoli legati alla scarsità d’acqua, la seconda da quelli derivanti da un suo eccesso (nell’atmosfera sotto forma di vapore) che è causa di eventi meteo estremi sempre più frequenti come bombe d’acqua, trombe d’aria, esondazioni. Il ciclo dell’acqua, a causa del cambiamento climatico, è stravolto. Oggi, quasi tre eventi climatici estremi su quattro sono direttamente collegati alle alterazioni del ciclo idrogeologico terrestre.

Come affrontare una delle più grandi sfide della nostra epoca? La possibilità concreta di fermare il cambiamento climatico può nascere solo da una cooperazione a tutti i livelli della società. L’urgenza della situazione delinea, infatti, una responsabilità generazionale che va ben oltre i leader politici, per questo l’inversione delle decisioni economiche deve essere accompagnata da un’inversione dei comportamenti individuali e viceversa.

Crisi idrica, la necessità di adottare impegni rivoluzionari

Lo ha sottolineato, ancora una volta, il Segretario generale dell’Onu Antonio Guterres nel discorso di apertura della Conferenza sull’acqua 2023 delle Nazioni Unite tenutasi a New York dal 22 al 24 marzo 2023. Le parole di Guterres sottolineano come sia necessario e non rimandabile adottare impegni rivoluzionari e dare vita ad un’Agenda d’azione per l’acqua che metta immediatamente fine allo spreco e al consumo eccessivo, “vampiresco”, e non consapevole della risorsa idrica. L’acqua infatti, come tutte le risorse, non è infinita e va protetta.

Parole che guardano in faccia la realtà senza nascondere una scomoda verità: se la quantità di acqua dolce disponibile sta diminuendo sempre di più, trasformandosi in pericoloso vapore, la colpa è di un consumo eccessivo e non sostenibile delle risorse naturali e della debolezza degli attuali piani dei Governi mondiali per affrontare la crisi climatica che, come conferma l’ultimo report del Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico (IPCC), pubblicato lunedì 20 marzo, non sono sufficienti per contenere il riscaldamento globale entro 1.5°C.

La situazione drammatica giustifica, senza ombra di dubbio, la forza e la direzione delle parole del segretario Onu: una persona su quattro al mondo non ha nessun accesso ad acqua pulita e servizi igienici, mentre sono 3,6 miliardi le persone con un accesso precario e non adeguato, quasi metà degli esseri umani sulla terra. Sono ancora di più le persone che vivono in territori esposti a scarsità idrica estrema, 4 miliardi.

Inoltre è importante sottolineare come i principali problemi direttamente collegati a questa emergenza, insorgenza di epidemie e alta mortalità infantile prima di tutto, non siano gli unici da considerare. Oltre ai danni immediati che la scarsità d’acqua provoca, vi sono anche gravi effetti collaterali meno intuitivi ma non meno drammatici: dall’enorme migrazione di uomini e donne, sia all’interno del loro stesso Paese che in quelli confinanti o attraverso le rotte che portano a provare di raggiungere l’Europa, all’instabilità economica dei territori con milioni di famiglie che, a causa della siccità e dei cambiamenti climatici, perdono il proprio lavoro, una situazione che comporta l’aumento dell’abbandono scolastico e dei matrimoni precoci.

L’indicazione che accompagna la nuova Agenda d’azione per l’acqua è di utilizzare questo strumento non solo per l’emergenza idrica, per la salute e la prevenzione delle malattie, ma anche per lo sviluppo sostenibile, la lotta alla povertà, il sostegno ai sistemi alimentari, la creazione di posti di lavoro e la lotta alla disuguaglianza di genere.

Per raggiungere gli obiettivi in materia di acqua potabile, servizi igienico-sanitari e igiene, presupposti base per la conquista di tutti gli altri obiettivi di sviluppo sostenibile, l’Agenda indica una roadmap al 2030 caratterizzata da un aumento (di almeno quattro volte) della velocità di realizzazione del Global Acceleration Framework, il dispositivo per garantire la disponibilità e la gestione sostenibile dell’acqua e dei servizi igienico-sanitari.

Diamo qualche altro numero che ci aiuta a capire la portata della sfida che abbiamo davanti, sia per il pubblico che per il privato. L’International Food Policy Research Institute (IFPRI) suggerisce che le attuali pratiche di gestione e produttività idrica metteranno a rischio 63 trilioni di dollari, ovvero il 45%, del PIL globale previsto per il 2050.

In campo finanziario il CDP (Carbon Disclosure Project) segnala che il 69% delle aziende quotate dichiara di essere esposto a rischi idrici che potrebbero generare un cambiamento sostanziale nel proprio business. Il potenziale valore a rischio supera i 225 miliardi di dollari.

Le principali aree d’intervento dell’Agenda d’azione per l’acqua

Quali sono le attività che generano un maggior consumo di acqua? L’agricoltura mondiale assorbe in media il 70% dell’insieme dei prelievi d’acqua (raggiunge il 90% nei paesi poveri), l’industria preleva il 20%, mentre gli usi domestici il 10%. I sistemi di irrigazione agricola – soprattutto quelli richiesti dall’agricoltura intensiva – perdono in media il 40% dell’acqua che consumano. Sui consumi dell’acqua in Italia ne abbiamo scritto qui.

Sono quattro le principali aree d’intervento verso cui sono chiamati ad agire i Paesi nel quadro di accelerazione globale:

  1. Assicurare un accesso equo all’acqua e gestire congiuntamente le risorse idriche rafforzando le cooperazioni bilaterali nella gestione dei bacini fluviali comuni.
  2.  Aumentare gli investimenti per i sistemi di depurazione delle acque ai Paesi che ne hanno urgente bisogno, estendendo i finanziamenti sia attraverso le istituzioni finanziarie internazionali sia attraverso le banche multilaterali di sviluppo.
  3. Investire in innovazione e ricerca per individuare nuovi modi per riciclare e conservare l’acqua, per costruire infrastrutture idriche capaci di resistere agli eventi climatici estremi e provvedere ai fabbisogni idrici in tempo reale.
  4. Continuare a garantire la differenziazione degli oneri per i Paesi, tenendo conto delle diverse misure in cui hanno contribuito e continuano a contribuire al deterioramento del clima

L’adesione alla “Water Agenda” e la messa a terra degli obiettivi intermedi per raggiungere l’accesso universale all’acqua entro il 2030 durerà fino al 1° maggio 2023, mentre la prima valutazione sull’andamento del programma relativo al Sesto obiettivo di sviluppo sostenibile “Gestione sostenibile dell’acqua e delle strutture igienico-sanitarie” avverrà a luglio 2023 in occasione del Forum politico di alto livello del Consiglio economico e sociale delle Nazioni Unite (ECOSOC).

Tuttavia è importante specificare che il Piano adottato non rappresenta un documento vincolante ma solo un memorandum o, in altre parole, un solenne impegno. Gode invece di carattere esecutivo la nomina di una nuova figura, un inviato speciale ONU per l’acqua per promuovere la cooperazione internazionale per la gestione sostenibile delle risorse idriche.

L’impegno di Etica Sgr per l’ambiente

In qualità di investitore responsabile Etica Sgr dialoga con le società in cui investono i suoi fondi comuni  per proporre un uso più efficiente delle risorse naturali, sia in qualità sia in quantità, e per spronarle ad adottare strategie sostenibili e responsabili.

L’obiettivo di Etica è lo sviluppo sostenibile come definito dal cosiddetto Rapporto Brundtland, il caposaldo della riflessione sulle questioni ambientali e sulla loro connessione con gli squilibri socioeconomici a livello globale: “lo sviluppo sostenibile è uno sviluppo che soddisfi i bisogni del presente senza compromettere la possibilità delle generazioni future di soddisfare i propri”.

Per Etica Sgr ­inserire nei programmi di sviluppo aziendale obiettivi di controllo dei consumi energetici e del consumo di acqua è un dovere oltre che un contributo reale allo sviluppo sostenibile. Per questo l’attenzione al consumo di acqua è un punto focale nell’analisi delle Società in cui investono i fondi di Etica Sgr.

Nell’ambito della propria metodologia di analisi, Etica Sgr è infatti dotata di specifici criteri riguardanti le performance ambientali dei processi di gestione dell’acqua e di una specifica sezione di analisi per le società che si occupano della gestione del sistema idrico integrato.

Sul tema Etica svolge poi una costante attività di engagement e stewardship, anche in collaborazione con diverse organizzazioni che da tempo lavorano sul tema (ICCR, Global Compact, CDP).

Report di Impatto 2022: i risultati ambientali

Il Report di impatto di Etica Sgr è il documento annuale che misura i risultati di impatto ambientale, sociale e di governance degli investimenti dei nostri fondi. Nel 2022 il dialogo di Etica Sgr sull’ambito “gestione delle risorse e impatti ambientali” si è concentrato sui temi della gestione sostenibile dell’acqua e deforestazione. Il tasso di risposta alle domande poste da Etica Sgr al management delle aziende nell’attività di dialogo è stato del 90,8%.

Impatto sulla crisi idrica delle società in cui investono i fondi di Etica Sgr

Scarica il Report di Impatto 2022

 

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