Pur facendo parte della vita di tutti e tutte noi, l’economia e la finanza sono argomenti parecchio ostici per molta parte della popolazione. Lo dimostrano i numeri. Stando all’ultima rilevazione triennale della Banca d’Italia del 2023, infatti, il livello di alfabetizzazione finanziaria dei nostri connazionali, rispetto a una scala da 0 a 20,si attesta su una media di 10,6 punti. Anche armandosi di tutta la buona volontà, chi ha poca dimestichezza con l’abc della finanza può facilmente sentirsi in difficoltà, quando si trova alle prese con la gestione dei propri risparmi. Infatti, alcuni termini economici non sempre sono di immediata comprensione. Uno di questi, fondamentale per valutare le opportunità di investimento, è il “benchmark”. Vediamo meglio di cosa si tratta.
Cosa significa benchmark
In inglese “benchmark” vuol dire standard, riferimento. In finanza, rappresenta un parametro che viene utilizzato per capire se un determinato investimento ha “funzionato” o no.
Facciamo un esempio. Quando si decide di investire in un fondo comune d’investimento, il gestore ha facoltà di indicare un benchmark (o più benchmark) di riferimento per ciascuno dei fondi in gestione. Così facendo, il risparmiatore può confrontare il profilo rischio/rendimento del fondo con quello del benchmark di riferimento. Questo confronto è, entro certi limiti, uno dei modi per valutare la gestione di un fondo comune o per avere un metro di paragone aggiornato nel tempo.
I benchmark più comuni
Esiste un benchmark valido per tutti? La risposta è no, perché il benchmark ha il compito di rappresentare il mercato di riferimento di quel determinato strumento finanziario in cui è investito il proprio patrimonio.
Per chi investe in azioni, dunque, è opportuno affidarsi a un indice di mercato, cioè la sintesi del valore di un paniere di titoli. Uno dei più celebri è lo S&P 500, messo a punto – come suggerisce il nome – dall’agenzia di rating Standard & Poor’s, che segue l’andamento delle cinquecento aziende statunitensi con la capitalizzazione più alta. Passando all’Europa, troviamo il FTSE MIB e il DAX, con i quaranta titoli più importanti in termini di capitalizzazione e di liquidità quotati rispettivamente alle Borse di Milano e di Francoforte. A livello europeo è comune è il MSCI Europe, che replica il rendimento di 428 titoli azionari dei 15 mercati sviluppati europei, rappresentandone quindi l’85% della capitalizzazione.
Per le obbligazioni invece ci sono altri indici, per esempio il Bloomberg US Aggregate Bond Index (abbreviato in Agg) o il J.P. Morgan Government Bond Index Global (GBI Global).
E se un fondo comune d’investimento comprende sia azioni sia obbligazioni? Allora il suo benchmark può essere composto per una parte (ad esempio il 50%) da un indice azionario e per la restante parte da un indice obbligazionario.
In questa situazione, dunque, il benchmark ricopre anche il ruolo di comunicare agli investitori la categoria del fondo e la distribuzione delle classi di investimento tipica del portafoglio del fondo comune. Questo può aiutare a comprendere il profilo di rischio/rendimento atteso per il fondo in cui si decide di investire. Nei fondi comuni attivamente gestiti, è bene ricordare inoltre che il benchmark rappresenta un parametro “di riferimento”, che non deve essere replicato. Pertanto il gestore può allontanarsi dal benchmark dichiarato, entro certi limiti, in base a sue opportune valutazioni finanziarie e scelte strategiche.
Gli ETF e il benchmark
Esistono anche fondi che non fanno altro che replicare un benchmark. Si chiamano ETF, sigla che sta per Exchange Traded Funds: come suggerisce il nome, sono quotati e scambiati in Borsa come se fossero normali azioni. Se dunque un fondo d’investimento a gestione attiva seleziona i titoli per “battere” il benchmark, un ETF è a gestione passiva e quindi fa tutto il contrario: rispecchia nel modo più fedele possibile la composizione dell’indice di riferimento. La sua struttura e il suo profilo di rischio/rendimento, dunque, saranno allineati a quello del suo benchmark di riferimento.
Si prega di leggere le Note legali.