Olio di palma, sono Malesia e Singapore i più grandi produttori di questo prodotto. Ma qual è la trasparenza di queste aziende e il loro approccio responsabile?
Secondo un’indagine del WWF, la maggior parte di esse non fornisce informazioni sufficienti circa i processi produttivi. L’analisi ha riguardato 47 aziende con sede nei due paesi. Risultato: il 66% delle aziende interrogate (31 su 47) non ha risposto e non rende pubbliche le policies per la produzione di olio di palma. Delle 16 che hanno risposto, la metà ha ammesso di non perseguire azioni per una produzione sostenibile di questo ingrediente.
Olio di palma, perché è così diffuso
Quello di palma è l’olio vegetale più usato al mondo (35% del totale). Indonesia e Malesia insieme producono l’85% del totale (dati Oil World per il 2015).
È un ingrediente contenuto in molti alimenti, molto gradito all’industria alimentare perché permette di abbattere i costi di produzione. Merito dell’elevata presenza di grassi che consente di avere una resa elevata anche se usato in piccole dosi.
Le esternalità negative
Negli ultimi anni l’olio di palma è entrato nell’occhio del ciclone. Le coltivazioni hanno un effetto importante sull’ambiente, sulla fauna e sul mercato del lavoro.
Sempre più foreste del Sud-est asiatico, in particolare in Indonesia, sono convertite in terreni agricoli per la produzione di olio di palma e polpa di cellulosa. Nell’elenco dei danni si potrebbe conteggiare anche l’impiego di pesticidi altamente tossici per l’uomo e per l’ambiente e la violazione dei diritti umani, in termini di sfruttamento di lavoro minorile nelle piantagioni e di allontanamento dei proprietari delle terre.
Di recente l’EFSA, l’Autorità Europea per la sicurezza alimentare, ha sollevato dubbi sui potenziali rischi per la salute derivanti dalla raffinazione ad alte temperature degli oli vegetali.
Risultato: negli ultimi mesi molte imprese e catene di distribuzione hanno rinunciato a tale ingrediente.
La buona notizia
Produrre olio di Palma sostenibile è possibile. Due delle aziende analizzate dal WWF raggiungeranno l’obiettivo entro 2022. Una scelta spinta da motivazioni di carattere ambientale e commerciale: “In mercati come l’Europa, gli Usa e l’Australia – dicono – una produzione sostenibile di olio di Palma è un importante criterio d’ingresso”.
L’impegno di Etica Sgr
Anche Etica Sgr favorisce la produzione di olio di palma sostenibile. Supporta campagne internazionali per favorire politiche di approvvigionamento “libere dalla deforestazione”, che rispettino i diritti delle comunità locali. E sottolinea, nelle assemblee delle società in cui investe, l’importanza di un approvvigionamento sostenibile di questa materia.
Abbiamo anche collaborato alla revisione delle linee guida RSPO (Roundtable on Sustainable Palm Oil), con la richiesta di criteri più stringenti di certificazione di sostenibilità: come la coltivazione di olio di palma soltanto in aree caratterizzate da bassi livelli di carbonio nella vegetazione e nel sottosuolo o lo sviluppo di programmi e pianificazioni salariali a favore dei piccoli coltivatori.
Etica Sgr ha anche aderito all’iniziativa proposta da Green Century Capital Management (Società di gestione che si occupa di investimenti sostenibili) per supportare, insieme al PRI Palm Oil Advisory Committee, il governo indonesiano nella lotta alla deforestazione.
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