Ecozema, a|impacte supporta l’innovazione sostenibile e investe nei materiali compostabili

Ecozema è un’azienda italiana che produce e commercializza posate e stoviglie monouso realizzate in materiali compostabili e biodegradabili, come bioplastiche (PLA- Mater-bi®) e fibre vegetali.

Ecozema, una storia di innovazione responsabile

La società nasce a Santorso, in provincia di Vicenza, come divisione della storica Fabbrica Pinze Schio S.r.l., fondata nel 1930. Originariamente specializzata nella produzione di pinze in legno utilizzate nella concia del pellame e, successivamente, mollette per il bucato, l’impresa ha saputo evolversi nel tempo, adattandosi alle sfide e alle opportunità di un mercato in continua trasformazione. Nel 2000, con la crescente consapevolezza dell’urgenza di ridurre l’impatto ambientale del monouso, la Fabbrica Pinze Schio avvia il progetto Ecozema, segnando il passaggio verso una produzione orientata alla sostenibilità e all’innovazione tecnologica. Oggi, Ecozema rappresenta una delle realtà più avanzate del settore, con una forte presenza sia sul mercato nazionale che internazionale.

Sostenibilità e impatto sociale al centro

I prodotti di Ecozema, pensati per contesti dove è necessario il monouso, offrono un’alternativa concreta e sostenibile alla plastica tradizionale, contribuendo alla riduzione dei rifiuti non riciclabili e promuovendo un ciclo di vita virtuoso. L’innovazione è al centro della filosofia aziendale: grazie a una costante attività di ricerca e sviluppo, Ecozema propone soluzioni che uniscono design, funzionalità e rispetto per l’ambiente. La missione è chiara: rendere accessibili a tutti alternative sostenibili che rispettino il pianeta e le future generazioni.

Il successo di Ecozema non si limita ai suoi prodotti, ma si estende alla visione di un modello economico sostenibile. L’azienda si inserisce perfettamente nell’ambito dell’economia circolare, impegnandosi non solo a commercializzare e produrre stoviglie e posate compostabili, ma anche a sensibilizzare consumatori e imprese sull’importanza di “chiudere il cerchio”: dalla produzione responsabile alla gestione efficiente dei rifiuti.  Ha partecipato a numerosi eventi “zero waste”, come il Terraforma Festival a Milano, fornendo prodotti compostabili e realizzando isole dedicate alla gestione dei rifiuti. Inoltre, ha collaborato con Ecofesta Puglia, certificando eventi che hanno utilizzato oltre 200.000 stoviglie in amido di mais e quasi 190.000 posate biodegradabili, promuovendo buone pratiche ecologiche e sociali.

Perché a|impacte supporta Ecozema

a|impacte, il fondo di venture capital promosso da Etica Sgr e Avanzi SB SpA, ha scelto di finanziare Ecozema per più di un fattore, tra i quali:

  1. Innovazione nel mercato delle bioplastiche: Ecozema è un leader nel settore della bioplastica  in Italia e in Europa, giocando un ruolo cruciale nella lotta all’inquinamento da plastica.
  2. Allineamento con gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDGs): l’azienda contribuisce agli obiettivi legati alla produzione responsabile, al consumo sostenibile e alla lotta al cambiamento climatico.
  3. Impatto misurabile e replicabile: grazie ai suoi prodotti, Ecozema dimostra che è possibile creare modelli di business replicabili, favorendo la transizione verso un’economia circolare.
  4. Valore sociale ed educativo: l’impegno di Ecozema include la sensibilizzazione del pubblico, delle imprese e delle istituzioni sull’importanza di comportamenti sostenibili.

L’esperienza di Ecozema insegna che la transizione verso un’economia circolare richiede il contributo di aziende, investitori, consumatori e istituzioni.

ecozema materiale compostabile

Un settore in difficoltà: concorrenza sleale e regolamentazioni inefficaci

Nonostante l’impegno costante, il settore delle stoviglie compostabili sta affrontando una flessione significativa. La concorrenza sleale dei prodotti “pseudo riutilizzabili” e le importazioni di materiali compostabili di dubbia qualità dal Far East stanno mettendo in difficoltà le aziende del settore.

Il Decreto Legislativo 196/2021, che recepisce la Direttiva SUP (Single Use Plastics), non definisce chiaramente il concetto di “riutilizzabile”, creando una zona grigia che consente il ritorno sul mercato di stoviglie in plastica monouso mascherate come riutilizzabili.

Come osserva Armido Marana, amministratore delegato di Ecozema, questi prodotti dichiarati lavabili finiscono spesso nei rifiuti dopo un solo utilizzo. Marana sottolinea le difficoltà del settore:

«Grazie al supporto di a|impacte abbiamo aggiunto nella nostra azienda un impianto per produrre piatti in carta con rivestimento in bioplastica compostabile, ma con il ritorno dell’usa e getta in plastica falsamente riutilizzabile, è un prodotto che fatica a trovare spazio sul mercato.

Questa situazione è aggravata da alcuni “buchi normativi” presenti nella direttiva SUP, come la mancata indicazione di alternative, se non il prodotto riutilizzabile, senza peraltro indicare come deve essere fatto. La mancata definizione di “prodotto riutilizzabile” ha così permesso a molti operatori, con un evidente aggiramento della norma, di definire come tali gli stessi prodotti che prima erano correttamente definiti monouso.

Anche il Regolamento europeo sugli imballaggi (PPWR), di recente approvazione e di cui ci aspettiamo la pubblicazione nelle G.U. il prossimo gennaio, si ripropongono le medesime lacune, peraltro senza riconoscere la validità del sistema di riciclo italiano che supera già i limiti posti dall’Europa al 2025 e 2030. Nella fattispecie, Ecozema ha anticipato già da 15 anni la via percorribile per una sana economia circolare, ma l’Europa difende filiere industriali obsolete e poco praticabili. L’unica concessione è riconoscere la possibilità ad un paese di continuare ad operare con il suo sistema (riciclo del rifiuto organico e dei prodotti compostabili) senza però permettere l’immissione sul mercato europeo dei prodotti che realizza.»


Si prega di leggere le Note legali.

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