Intelligenza artificiale, quali sono i rischi per il mondo del lavoro?

L’intelligenza artificiale (IA) può rivoluzionare il modo in cui viviamo e lavoriamo. Con le sue capacità di apprendimento automatico, analisi dei dati e automazione, l’IA sta portando a progressi significativi in diversi settori, dalla medicina alla produzione di beni industriali e tecnologici. Tuttavia, se da un lato queste innovazioni offrono opportunità senza precedenti, dall’altro sollevano preoccupazioni sul futuro del lavoro umano, sulla sostenibilità e sull’impatto su società e diritti umani.

L’impatto delle nuove tecnologie basate sull’apprendimento automatico (machine learning) non riguarda solo la possibilità di sostituirci nelle nostre mansioni lavorative, in gioco c’è di più: i nostri diritti, l’aumento di pregiudizi e stereotipi di genere, la diffusione di fake news, minacce alla protezione dei dati e della privacy.

Dal punto di vista occupazionale, l’IA ha il potenziale di automatizzare molte mansioni che erano precedentemente svolte dagli esseri umani. Questo potrebbe portare a una riduzione dei posti di lavoro in alcuni settori, ma anche alla creazione di nuove opportunità in altri. La sfida principale è garantire che la transizione sia gestita in modo equo e sostenibile, fornendo formazione e riqualificazione ai lavoratori colpiti.

In termini di sostenibilità, l’IA può contribuire a trovare soluzioni per le sfide ambientali, come il cambiamento climatico e la conservazione delle risorse. Tuttavia, l’implementazione e l’uso dell’IA richiedono grandi quantità di energia e risorse, il che potrebbe avere un impatto negativo sull’ambiente.

L’IA può avere anche un profondo impatto sulla società e sui diritti umani. Mentre può migliorare l’accesso all’informazione e ai servizi, può anche essere utilizzata per la sorveglianza, la censura e la discriminazione. È essenziale che vengano stabiliti quadri normativi e etici per garantire che l’IA sia utilizzata in modo responsabile e rispettoso dei diritti fondamentali.

Intelligenza artificiale, quali sono i rischi per il mondo del lavoro?

Per capire meglio la portata del problema è necessario fare degli esempi concreti. Partiamo allora dal rischio più discusso e con la più alta probabilità di manifestarsi nel breve periodo, ovvero: l’intelligenza artificiale sostituirà il lavoro umano? La risposta è, in parte, affermativa. A metterlo nero su bianco è uno studio del Parlamento europeo che calcola che il 14% dei posti di lavoro nei paesi dell’OCSE sono automatizzabili, mentre un altro 32% potrebbe affrontare cambiamenti profondi.

Per di più la nuova generazione di strumenti d’intelligenza artificiale, applicazioni capaci di creare testi, immagini, tabelle e codici di programmazione complessi ma anche di elaborare, confrontare e predisporre dati, attraverso una semplice indicazione testuale (un prompt), mette in discussione per la prima volta in modo massivo i lavori d’ufficio, e in particolar modo quelli che richiedono maggiori capacità cognitive, creatività e alti livelli di istruzione. In poche parole quelli più remunerativi.

Disinformazione, controllo, governance: i rischi dell’intelligenza artificiale

Fin qui è tutto abbastanza intuitivo, è più facile infatti immaginare come un’applicazione d’IA possa sottrarre il lavoro a un programmatore, un copywriter, un illustratore o un addetto all’assistenza clienti. Più difficile invece concepire che questi strumenti possano essere usati per manipolare l’opinione pubblica o reprimere diritti sociali e civili. Vediamo quindi i meccanismi che potrebbero portare a situazioni di questo tipo, con una precisazione: in tutti questi casi è sempre l’operato umano che determina l’evento, le IA infatti non sono entità autonome. Ma tra i rischi c’è anche la possibilità che lo diventino.

  • Manipolazione dell’opinione pubblica: conosciamo fin troppo bene i vantaggi (e i rischi) di essere sempre connessi, ma forse ignoriamo quello che potrebbe essere il più pericoloso aspetto della comunicazione contemporanea: le notizie false circolano più velocemente di quelle vere. Le nuove tecnologie potrebbero quindi essere usate per alimentare la disinformazione online, amplificare stereotipi e innescare campagne di diffamazione mediatica; tuttavia possono essere utilizzate anche per andare a caccia di notizie false e addirittura per «mettere fine alle fake news», come suggerito dalla Direzione generale per l’innovazione della Commissione Europea.
  • Tecnologia del controllo: gli sviluppi tecnologici nell’ambito della sorveglianza permettono di aumentare la sicurezza e risultano strategici per combattere il terrorismo, tuttavia possono essere sfruttati dai regimi repressivi per reprimere l’opposizione, soffocare la libertà di stampa e controllare in mondo massivo la popolazione come denuncia Amnesty International.
  • Corsa all’intelligenza artificiale: come la corsa all’oro negli Stati Uniti d’America anche l’intelligenza artificiale è oggetto di una frenetica accelerazione, questa volta nel campo della tecnologia e dell’innovazione. Paesi e aziende di tutto il mondo stanno competendo per acquisire un vantaggio e questa corsa potrebbe spingere alcune di esse a sviluppare modelli senza una sufficiente riflessione sulle implicazioni etiche e sulla sicurezza, portando a una perdita di controllo sui sistemi di IA avanzati. Per questo è necessario fin da subito una chiara definizione dei principi di governance dell’IA.
  • IA ribelli: fino a qualche anno fa era esclusivamente fantascienza, mentre oggi fra i principali rischi collegati allo sviluppo delle IA c’è anche quello che queste possano agire in modo indipendente, contro le direttive e gli obiettivi previsti dai loro creatori o dagli operatori umani. L’esempio canonico è quello della cosiddetta teoria delle graffette teorizzata dal filosofo svedese Nick Bostrom direttore del Future of Humanity Institute presso l’Università di Oxford, il centro di ricerca dal quale è partito il primo appello sui possibili rischi delle IA.

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Cure sanitarie, smart city, formazione: le opportunità dell’intelligenza artificiale 

Fa più rumore un albero che cade che una foresta che cresce: il celebre proverbio arrivato a noi dalla tradizione taoista si applica bene anche nel descrivere l’attuale dibattito circa l’intelligenza artificiale. Sulla rete, nei talk show e sulle pagine dei giornali, il discorso si è polarizzato principalmente a passare in rassegna i possibili rischi, mentre poco o nulla è stato detto sugli eventuali vantaggi. I rischi, insomma, hanno fatto molto più rumore, aiutati anche dall’appello lanciato dagli stessi creatori di questa tecnologia. Ma l’intelligenza artificiale non rappresenta solo problematiche, ma offre anche diverse opportunità. Vediamo quali.

Il documento che le passa in rassegna, redatto dalla Commissione Europea, ha un titolo emblematico “Libro bianco sull’intelligenza artificiale – Un approccio europeo all’eccellenza e alla fiducia”. Impossibile non soffermarsi sull’ultima parola che ci invita non tanto a dimenticarci dei problemi ma, piuttosto, ad affrontarli per garantire che le nuove tecnologie possano migliorare la vita di tutti i cittadini rispettandone i diritti.

  • Migliore assistenza sanitaria: in gioco c’è il passaggio a un nuovo approccio alla cura delle persone, un metodo non più basato sulla lotta alla malattia ma incentrato sulla prevenzione. Le nuove tecnologie di intelligenza artificiale possono aiutare i medici a determinare predisposizioni verso malattie e intervenire prima. Non solo, l’intelligenza artificiale può essere utilizzata per migliorare l’accuratezza della diagnosi, per velocizzare lo sviluppo di farmaci e per mitigare gli impatti sanitari ed economici di gravi epidemie e pandemie. [1]
  • Città intelligenti: gestione più efficiente dell’energia, dell’acqua e dei rifiuti, miglioramento della mobilità urbana, aumento dell’indipendenza per persone con disabilità, rilevamento degli incendi, prevenzione dagli eventi atmosferici estremi, ma anche miglioramento nella gestione dei flussi turistici e poi coinvolgimento dei cittadini e delle imprese, nell’utilizzo e nella fornitura di dati. Qui il programma di azioni e finanziamenti dell’UE per la creazione di comunità e città intelligenti.
  • Istruzione e formazione: questo settore è d’importanza cruciale, è qui infatti che prenderanno forma i nuovi scenari per utilizzare le IA con vantaggio ed evolveranno le pratiche e l’educazione civica per difendersi dai rischi e riconoscere l’uso improprio delle nuove tecnologie. La scuola del prossimo futuro insegnerà alle donne e agli uomini di domani a prepararsi per lavori che ancora non esistono, a usare la prossima generazione di strumenti d’intelligenza artificiale, a diventare cittadini di un mondo che presenterà problemi sociali che non esistevano in passato. Per questo fin da ora è fondamentale riprogettare i programmi delle scuole per favorire l’aggiornamento delle competenze di studenti e corpo docente, come emerge dal Piano d’azione per l’istruzione digitale della Commissione Europea (2021-2027) e dalla Strategia italiana per l’intelligenza artificiale.

L’intelligenza artificiale ci pone davanti a un quadro complesso, al cui interno è possibile osservare come tutti gli ambiti della società siano avviati verso cambiamenti sempre più profondi e dove diventano sempre più concrete le speranze di sfruttare queste tecnologie per rispondere alle sfide più urgenti: lotta ai cambiamenti climatici, protezione della biodiversità, sostenibilità e sicurezza dei flussi migratori, cambiamenti demografici ed economici.

Per tenere traccia dei progressi, delle nuove sfide e problematiche legate allo sviluppo dell’intelligenza artificiale e per avere una visione globale di nuovi progetti e proposte capaci di incidere positivamente sulla società, il punto di riferimento è sicuramente l’Osservatorio AI per gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’ONU, una piattaforma dove navigare tra tutti i progetti mondiali basati su tecnologie di IA volti ad accelerare il raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità al 2030 e che offre a tutti gli attori coinvolti (Paesi, università, centri di ricerca, ONG, aziende, cittadini) la possibilità di condividere le esperienze e i dati, evidenziare criticità e ostacoli, partecipare a gruppi di lavoro o formarne di nuovi per avviare una cooperazione digitale che attraverso la ricerca, la sperimentazione e la condivisione di pratiche sull’uso responsabile possa rendere l’intelligenza artificiale una risorsa per lo sviluppo equo e sostenibile in tutto il mondo.

L’intelligenza collettiva per un futuro più sostenibile

Aggregare, connettere e orientare verso un obiettivo di sviluppo comune e sostenibile tutti i componenti della società e del mercato è da sempre l’obiettivo di Etica Sgr, società di gestione del risparmio che dal 2000 aderisce e promuove iniziative e campagne su tematiche ESG per creare con imprese, governi, istituzioni e cittadini un dialogo costruttivo capace di moltiplicare i comportamenti virtuosi e rafforzare, tramite la finanza etica, la capacità di futuro della società, nessuno escluso.

Etica Sgr, in qualità di investitore responsabile, ha scelto la transizione giusta e lavora per il perseguimento di uno sviluppo sostenibile che sia equilibrato tra ambiente e sociale, capace di perseguire obiettivi globali e nello stesso tempo evitare ingiustizie particolari.

[1] Per approfondire: Commissione Europea, Relazione sull’intelligenza artificiale nell’assistenza sanitaria; World Health Organization, Etica e governance dell’intelligenza artificiale per la salute. 

 

Si prega di leggere le Note legali.

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