Francesca Colombo, Responsabile Area Analisi e Ricerca di Etica Sgr, partecipa all’intervista di Financialounge. Ci parla di come gestire il rischio climatico e di come aiutare il processo di decarbonizzazione attraverso la composizione di portafoglio.
Rischio climatico: come contrastarlo?
Financialounge.«Sono sotto gli occhi di tutti i danni provocati dal cambiamento climatico, basti pensare a quello che abbiamo visto di recente e agli eventi che hanno colpito l’Emilia Romagna. Cosa si sta facendo per gestire il rischio climatico?»
Colombo. «Possiamo dire che da un punto di vista di un investitore sostenibile e responsabile, quale è Etica Sgr da sempre, da oltre 20 anni, da quando è nata e da quando ha lanciato i propri fondi comuni di investimento sul mercato, la finanza sicuramente può giocare un ruolo decisivo. Il tema ambientale, in generale, e il tema del cambiamento climatico, nello specifico, è un tema che prendiamo in considerazione nella nostra strategia di investimento sostenibile e responsabile. Per esempio, in Etica Sgr escludiamo dagli investimenti il petrolio e il carbone, da sempre; il gas, che è un combustibile fossile molto importante per la transizione green, è ammesso solo per i casi più virtuosi, cioè laddove vediamo che le società sono realmente impegnate verso un processo serio di decarbonizzazione; il nucleare non è mai consentito.
Abbiamo una metodologia proprietaria interna di analisi e di autorizzazione all’investimento per i green bond. Ma soprattutto, cerchiamo di analizzare i nostri investimenti seguendo le linee guida della Task Force on Climate-Related Financial Disclosure (TFCD). Pubblichiamo ogni anno sul nostro sito web un report sul cambiamento climatico che cerca di mettere in evidenza i miglioramenti e gli sforzi condotti per poter ridurre progressivamente di anno in anno la carbon intensity nei nostri portafogli. Guardiamo le società che sono focalizzate sulla produzione di energia da fonti rinnovabili, monitorando l’esposizione nei confronti delle fonti fossili, andando ad osservare, per esempio, la governance climatica e gli incentivi dati al management. Accompagniamo poi le aziende con l’Engagement, cioè con un dialogo positivo e propositivo che cerca di accompagnarle nel processo di decarbonizzazione».
Strategia Net Zero: cos’è e come arrivarci?
Financialounge. «Qual è la vostra strategia Net-Zero?»
Colombo. «Non abbiamo ancora una strategia Net Zero. Occorre cercare di capire che cosa significa Net Zero e come trasformare o adattare la strategia climatica che Etica Sgr adotta per i propri investimenti. Sappiamo tutti che Net Zero significa ridurre a zero le emissioni nette entro il 2050. Questo significa che, in un dato momento in atmosfera, una quantità di emissione residua deve essere compensata da una altrettanta quantità di rimozione delle emissioni. Quindi è importante guardare sia alle iniziative di riduzione delle emissioni sia di rimozione delle emissioni. Per questo, ci sono molte società che si stanno concentrando sulla parte della rimozione, sui cosiddetti “carbon credits“, sicuramente importante, perdendo forse un po’ di vista l’importanza dell’adozione di piani di lungo periodo di riduzioni delle emissioni convincenti. È fondamentale per noi in questo momento, e in generale per tutti gli investitori, capire quali sono le informazioni che le aziende ci possono fornire per poter poi costruire una strategia coerente e solida che possa essere definita Net Zero.»
La Tassonomia europea e la strategia Net Zero
Financialounge. «La tassonomia Europea può aiutare il processo di decarbonizzazione dei portafogli?»
Colombo. «Sì, può essere sicuramente un aiuto. Può far parte di un processo più ampio di decarbonizzazione dei portafogli o anche di una strategia Net-Zero. Vero anche che ad oggi non vi è una chiara evidenza di una correlazione positiva tra un portafoglio allineato alle attività tassonomiche e l’obiettivo della riduzione delle emissioni climalteranti. Allineare i portafogli alle attività tassonomiche non è così semplice: ci sono dei passaggi tecnici piuttosto complessi e non sempre di facile comprensione. C’è il tema dei dati: i dati forniti dalle società sono ancora pochi e non sono sufficientemente robusti, per cui si parla ancora oggi di “stime”. Probabilmente andremo a regime solo tra qualche anno.»
La finanza etica come attore principale per la sfida al cambiamento climatico
Gli attuali cambiamenti climatici dimostrano, con sempre maggiore evidenza, l’esistenza di un legame tra sfruttamento delle risorse ambientali da parte dell’uomo e le conseguenze che queste azioni hanno sul clima, sulla natura, sugli animali e sulla salute dell’uomo, con impatti negativi di tipo economico e sociale, su scala mondiale. In questo contesto, la finanza ha un ruolo cruciale per consentire un cambio di paradigma e promuovere investimenti volti a favorire i processi di transizione energetica, sostenendo l’espansione di un’economia sempre più green. La scelta di investire i propri risparmi in modo etico permette di massimizzare i benefici e gli impatti positivi sulle persone e sul Pianeta per perseguire questi obiettivi nel lungo periodo.
Si prega di leggere le Note legali.