Prevedere la volatilità integrando il rischio finanziario con il rischio di matrice ambientale, sociale e di governance (ESG). È questa la tesi di un articolo accademico pubblicato il 31 maggio 2021 sul sito di Wiley, casa editrice americana focalizzata sull’editoria accademica e sui materiali didattici.
Analisi ESG dei rischi per ridurre la volatilità
Il titolo dell’articolo è Forecasting volatility by integrating financial risk with environmental, social, and governance risk (in italiano “Prevedere la volatilità integrando il rischio finanziario con il rischio ambientale, sociale e di governance”). Gli esperti che lo hanno firmato sono:
- Paolo Capelli – Responsabile Risk Management di Etica Sgr,
- Federica Ielasi – Dipartimento di Economia e Management dell’Università di Firenze e Consigliera di Amministrazione di Etica Sgr,
- Angeloantonio Russo – Dipartimento di Management, Finanza Tecnologia dell’Università LUM di Casamassima (BA).
Lo studio fornisce un contributo interessante alla teoria e alla pratica in ambito finanziario e, in particolare, nell’asset management. Un’ulteriore prova di quanto sia sempre più importante considerare e gestire anche il rischio derivante da cause ESG che, spesso, possono tradursi in rilevanti rischi anche dal punto di vista economico.
Un premio Nobel tra i valutatori dello studio
Nell’ambito della ricerca scientifica la procedura di valutazione e di selezione degli articoli o dei progetti di ricerca è effettuata da specialisti del settore (i cosiddetti “peer reviewer“) i quali ne verificano l’idoneità alla pubblicazione.
L’articolo di Ielasi, Capelli e Russo ha ottenuto la valutazione positiva di Robert Franklin Engle, economista e statistico statunitense, vincitore del Premio Nobel nel 2003 per lo sviluppo di “metodi di analisi delle serie storiche economiche con volatilità variabile nel tempo (ARCH)”.
Principali risultati
I modelli statistici sono stati eseguiti su 17.996 osservazioni riguardanti 3.332 emittenti basati in 55 Paesi e appartenenti a 10 settori, quotati nell’indice ECPI (Global Ethical Equity) tra il 2007 e il 2015.
L’evidenza empirica ha dimostrato che, all’interno del processo di selezione degli emittenti, alcuni fattori tipici di analisi – come il valore di mercato dell’impresa, le caratteristiche di governance e il rischio Paese (in termini di controllo della corruzione e qualità normativa) – hanno una forte influenza sul rischio di natura ESG.
Lo studio rivela che una valutazione ESG del rischio permette di mitigare e ridurre la volatilità imprevista di un portafoglio nel medio-lungo periodo. Misurare il Rischio ESG fornisce quindi a investitori e fund manager uno strumento molto utile nei processi decisionali.
Le strategie di investimento ESG, orientate a lungo termine, dovrebbero prendere in considerazione l’analisi del rischio di natura ESG al fine di ottenere ritorni finanziari, oltre che sociali e ambientali. I rating finanziari tradizionali non hanno lo stesso potere predittivo, non rivelando la stessa propensione a mitigare la relazione tra il rischio finanziario ex ante e la volatilità ex post di un portafoglio né a breve periodo, né a medio termine.
Pertanto, gli investitori che stabiliscono la propria strategia di investimento senza considerare il Rischio ESG potrebbero non considerare tutti gli aspetti per il controllo della volatilità dei loro portafogli, oltre che rendere gli investimenti più vulnerabili, specialmente durante i periodi di contrazione economica.
Analisi finanziaria e analisi ESG: una doppia lente per guardare più lontano
Chi decide di investire integrando all’analisi finanziaria anche aspetti legati a temi ESG può contare quindi su un vantaggio competitivo della gestione del rischio nel lungo periodo. Etica Sgr ha elaborato una metrica proprietaria, denominata Rischio ESG, che si pone l’obiettivo di valutare sinteticamente la sostenibilità degli emittenti, calcolando il rischio derivante da fattori ESG, al fine di quantificare l’impatto sulle performance dei titoli di un fondo.
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