Il Green Deal è stato presentato dalla Commissione Europea: l’obiettivo è raggiungere la neutralità climatica entro il 2050.
Nelle parole della presidentessa della Commissione Europea Ursula von der Leyen: “Per l’Europa è un momento epocale, paragonabile al primo uomo sulla luna”, e ha aggiunto “abbiamo l’obiettivo di riconciliare l’economia, il modo di produrre e di consumare e il bene del pianeta”.
Con il Green Deal l’Europa vuole diventare leader nella transizione verso un’economia a impatto climatico zero, supportando l’attività delle aziende rispettose dei temi legati al clima e le tecnologie “pulite” in un contesto economico dove è sempre più evidente che il modello di crescita basato sull’utilizzo di combustibili fossili e inquinanti è obsoleto e non sostenibile.
Il Green Deal allarga l’approccio ambientale dell’Europa ad altri Paesi
In caso di successo il Green Deal avrà notevoli impatti non solo a livello locale ma sull’economia globale. Inoltre se il Green Deal porrà la condizione di rispettare alcuni rigidi standard ambientali per accedere al mercato europeo (che, secondo il Sole 24Ore, con 500 milioni di persone è il più grande al mondo), l’effetto potrebbe essere molto importante sui paesi esportatori, primo fra tutti la Cina.
Un ruolo chiave sarà quello del settore finanziario: il piano dovrebbe introdurre nuovi standard anche per quanto riguarda i green bond e i fondi comuni d’investimento ESG.
Di seguito, in sintesi, i principali punti dell Green Deal.
1. Europa a impatto climatico zero con il Green Deal
Si tratta di un obiettivo decisamente sfidante e, per raggiungerlo, la Commissione si è impegnata a presentare entro 100 giorni una Legge per il clima europea. L’Europa aggiornerà e renderà più ambiziosi gli obiettivi per il 2030: riduzione del 50-55%, almeno, delle emissioni di gas a effetto serra (rispetto ai livelli del 1990). Verranno riesaminate tutte le normative in materia di clima in modo da renderle compatibili con questi obiettivi.
2. Energia pulita, economica e sicura
Se si considera che la produzione e l’uso dell’energia nei diversi settori economici rappresentano oltre il 75% delle emissioni di gas a effetto serra dell’UE, garantire l’approvvigionamento di energie pulite è fondamentale per conseguire gli obiettivi 2030 e 2050. L’Europa con il Green Deal si propone di sviluppare un settore dell’energia basato in larga misura su fonti rinnovabili, con la contestuale eliminazione del carbone e la decarbonizzazione del gas.
3. Sviluppo dell’economia circolare
Il Green Deal europeo sosterrà e accelererà la transizione dell’industria europea verso un modello sostenibile di crescita inclusiva. Per conseguire gli obiettivi di un’economia circolare a impatto climatico zero è necessario il completo coinvolgimento dell’industria. Si stima che occorrano 25 anni (una generazione) per trasformare un settore industriale e tutte le catene del valore connesse, e dunque, per arrivare all’obiettivo del 2050, le decisioni e le azioni dovranno essere prese nei prossimi cinque anni. Oltre all’adozione di una strategia industriale, entro marzo 2020 verrà presentato un nuovo piano d’azione per l’economia circolare.
4. Rinnovamento degli edifici
Si tratta di un capitolo molto importante del Green Deal, considerato che la costruzione, l’utilizzo e la ristrutturazione degli edifici assorbono quantità significative di energia e risorse minerarie (come sabbia, ghiaia, cemento). Gli edifici sono inoltre responsabili del 40% del consumo energetico. L’obiettivo per questo punto è di riuscire a come minimo raddoppiare o anche triplicare il tasso annuo di ristrutturazione degli edifici che attualmente varia, a seconda dello Stato, tra lo 0,4% e 1,2%.
5. Mobilità sostenibile e intelligente
I trasporti sono responsabili di un quarto delle emissioni di gas a effetto serra dell’UE e il loro impatto è in continua crescita. Per conseguire la neutralità climatica è necessario ridurre le emissioni prodotte dai trasporti del 90% entro il 2050. Il Green Deal si pone l’obiettivo di rivedere gli standard per le emissioni di CO2 delle automobili per incentivare i veicoli a impatto zero. Si punterà anche a trasferire il 75% dei trasporti interni di merci che oggi avviene su strada alle ferrovie e alle vie navigabili interne. E per incentivare l’utilizzo dei veicoli elettrici entro il 2025 saranno predisposte circa 1 milione di stazioni di ricarica e rifornimento pubbliche.
6. Dal produttore al consumatore
L’obiettivo della strategia che sarà presentata nella primavera del 2020 è rendere il cibo europeo il riferimento mondiale per la sostenibilità progettando un sistema alimentare giusto, sano e rispettoso dell’ambiente. L’obiettivo è ridurre significativamente l’uso di pesticidi chimici, nonché l’uso di fertilizzanti e antibiotici. Il dibattito coinvolgerà tutte le fasi della catena alimentare. Si punterà a diminuire l’impatto ambientale dei settori della trasformazione alimentare e del commercio al dettaglio intervenendo sui trasporti, lo stoccaggio, l’imballaggio e i rifiuti alimentari. Uno dei punti della strategia mirerà anche a stimolare un consumo alimentare sostenibile e promuovere alimenti sani a prezzi accessibili per tutti.
7. Ecosistemi e la biodiversità
Occorre preservare e ripristinare gli ecosistemi e la biodiversità che sono alla base della prevenzione delle catastrofi naturali e della regolazione del clima. In vista del Summit delle Nazioni Unite sulla biodiversità che avrà luogo in Cina nell’ottobre 2020, la Commissione presenterà entro marzo 2020 una strategia sulla biodiversità cui faranno seguito azioni specifiche nel 2021.
8. Obiettivo “inquinamento zero”
Che si tratti di acqua, aria o suolo l’obiettivo è ottenere un “ambiente privo di inquinamento” entro il 2050. La creazione di un ambiente privo di sostanze tossiche richiede un’azione più incisiva per prevenire e porre rimedio all’inquinamento. Verrà proposto di rivedere le norme sulla qualità dell’aria per allinearle maggiormente alle raccomandazioni dell’Organizzazione mondiale della sanità. Per garantire un ambiente privo di sostanze tossiche, la Commissione presenterà una strategia in materia di sostanze chimiche per la sostenibilità.
9. I costi e gli investimenti richiesti dal progetto saranno ingenti
Secondo le stime della Commissione per conseguire gli obiettivi 2030 serviranno investimenti supplementari dell’ordine di 260 miliardi di euro l’anno, equivalenti a circa l’1,5% del PIL 2018. L’obiettivo del Green Deal è “non lasciare indietro nessuno” e soprattutto sostenere quelle regioni e quei settori che saranno maggiormente colpiti dalla transizione. Per ottenere le risorse necessarie naturalmente sarà necessario un coinvolgimento sia del settore pubblico sia di quello privato.
10. Ricerca e Innovazione
Il Green Deal dedica importanza alla ricerca e all’innovazione. Nuove tecnologie, soluzioni sostenibili e innovazione radicale sono essenziali per realizzare gli obiettivi del Green Deal europeo. Per mantenere il vantaggio competitivo sul fronte delle tecnologie pulite, l’UE deve aumentare notevolmente la diffusione su larga scala di nuove tecnologie, creando catene del valore innovative.
Green Deal tra sfide e difficoltà
La presidentessa della Commissione Europea Ursula von der Leyen sostiene che il Green Deal è paragonabile allo sforzo che l’uomo compì per fare il primo passo sulla luna, e non solo per quanto richiesto in termini di azioni per raggiungere l’obiettivo primo, quello di diventare entro il 2050 il primo continente a impatto climatico zero, ma anche perché rimangono forti tensioni e ostilità da parte di alcuni paesi europei il cui fabbisogno energetico dipende ancora in maniera massiccia dal carbone.
I passi da compiere in concreto saranno molti ma il primo vero ostacolo sarà quello dei negoziati con i paesi dell’Europa dell’est in cui crescita del Pil e occupazione dipendono ancora in larga parte dall’industria del carbone.