È stato presentato a Bruxelles l’European SRI Study, il sesto studio sugli investimenti socialmente responsabili (SRI) a cura di Eurosif. Lo studio analizza 13 differenti Paesi europei attraverso una classificazione degli investimenti sostenibili e responsabili sulla base della strategia adottata: exclusion, norms based, ESG integration, best in class, engagement&voting, impact investing, sustainability themed.
Negli ultimi dieci anni l’industria degli investimenti socialmente responsabili (SRI) ha dimostrato il suo carattere dinamico, innovativo e in forte crescita. Infatti il primo dato messo in evidenzia dal report è la continua crescita a doppia cifra di tutte le strategie SRI nel biennio 2011-13, senza nessuna esclusione, ad un ritmo ben più veloce rispetto al mercato del risparmio gestito tradizionale.
I policy-maker, sia a livello europeo che a livello nazionale, si stanno muovendo per sbloccare il potenziale dell’investimento socialmente responsabile contribuendo allo sviluppo di mercati e pratiche aziendali più sostenibili. La società civile continua a dimostrare il suo pieno sostegno nei confronti di tutte le tipologie di investimento SRI e tale impegno viene esplicitato nelle agende dei singoli Paesi. L’industria del risparmio gestito, dal canto suo, inizia a riconoscere l’importanza degli aspetti extra-finanziari nelle decisioni di investimento, registrando un forte aumento di figure professionali per l’integrazione di fattori sociali e ambientali o di engangement and voting, ad esempio.
I principali numeri dello studio European SRI Study 2014:
• La principale strategia adottata dagli investitori e dai gestori è quella dell’esclusione, che è cresciuta del 91% rispetto al 2011 e che rappresenta, ad oggi, 6,9 trilioni di euro. Le attività oggetto di esclusione sono inerenti allebombe cluster, mine antiuomo e tabacco;
• La seconda strategia maggiormente adottata è quella dell’integrazione delle tematiche ESG nei processi di investimento: rappresenta, ad oggi, circa 5,3 trilioni di euro. Solo il 36% degli asset coperti da questa strategia, però, prevedono una specifica policy e una conseguente reportistica relativa a processi sistematici ( e non spot) di integrazione;
• Le attività di engagement e di voto hanno registrato una crescita del 86% rispetto al 2011 e rappresentano circa 3,3 trilioni di euro. I Paesi chiave sono UK, Olanda, Norvegia e Svezia;
• Il mercato europeo dell’Impact Investing ha raggiunto i 20 miliardi di euro (+132% rispetto al 2011). I Paesi chiave sono Olanda e Svizzera, seguiti da Italia (circa 2 miliardi di euro), UK e Germania;
• In relazione all’asset allocation, gli investimenti azionari rappresentano circa il 50% del totale (+33% rispetto al 2011) mentre gli investimenti in bond sono rappresentanti da investimenti in corporate bonds per un 41% e da investimenti in titoli di Stato per un 17%;
• In relazione alla tipologia di investitori, il 96,6% è rappresentato da investitori istituzionali (94,1% nel 2011) mentre il 3,4% da investitori retail. I Paesi in cui sono presenti le più alte percentuali di investitori istituzionali sono Olanda, Italia e Norvegia mentre quelli con la percentuale più bassa sono Francia, Svizzera e Francia;
A livello nazionale, questi sono i principali risultati per quanto riguarda l’Italia:
• Crescita consistente (+193%) della strategia di engagement&voting (54 miliardi di euro);
• L’Impact Investing è la strategia che riscuote il maggiore e recente interesse;
• In termini di asset allocation, la preferenza è per le azioni (44%), seguite da titoli di Stato (32%), corporate bonds (16%)e mercato monetario (7%);
• I gestori italiani sembrano ancora sottostimare la domanda potenziale di prodotti SRI che risulta essere in crescita;
• Occorre estendere l’attenzione alle tematiche SRI a tutti i player del settore e non solo agli attuali pochi investitori istituzionali.
Leggi e scarica il report completo: European SRI Study 2014
Fonte: www.eurosif.org