L’Unione europea non finanzierà più le fonti fossili, a eccezione del gas naturale. È quanto è emerso alla conferenza “Clean energy financing”, promossa dal presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani, che si è tenuta il 7 novembre a Bruxelles.
La transizione energetica verso un’economia a emissioni zero è realizzabile, le possibilità tecnologiche ci sono e le imprese sono pronte a giocare la loro partita. Ma è necessario rivedere il sistema degli incentivi.
Un nuovo sistema di incentivi per abbandonare le fonti fossili
“Oggi 112 miliardi di euro l’anno se ne vanno in sussidi alle fonti fossili, è evidente che qualcosa deve cambiare”. Ha sottolineato durante la conferenza Monica Frassoni, presidente dell’European Alliance to save energy. Da qui il nuovo dictat: “Nessuna infrastruttura energetica che va contro la direzione intrapresa di azzeramento delle emissioni di carbonio verrà più finanziata dall’Unione Europea, ad eccezione del gas”.
È necessario orientare i fondi europei verso la transizione energetica. Per il presidente del Parlamento europeo il prossimo bilancio dell’Unione Europea deve prevedere un aumento dei fondi per rinnovabili, efficienza energetica e trasporti. Servono 379 miliardi di euro l’anno dal 2021 al 2030 per centrare gli obiettivi di minimizzazione delle fonti fossili 177 miliardi euro in più all’anno rispetto a quello che è stanziato ora.
I fondi pubblici da soli non bastano. Serve un’alleanza con il mondo dell’industria che deve investire nel settore. E serve un quadro normativo stabile, che garantisca certezza giuridica a investimenti che hanno tempi lunghi di rientro.
EU must continue to lead in energy saving, clean energy and cutting emissions. My full speech: https://t.co/DNAFV6RDRN #CleanEnergyEU #COP23 pic.twitter.com/FkNN4EJelR
— EP President Tajani (@EP_President) 7 novembre 2017
Gas sì…
In un primo momento i finanziamenti europei al gas resterebbero, come soluzione transitoria. Così hanno dichiarato dall’Ue. “Il gas è un’ottima soluzione per la transizione energetica ed è impensabile eliminarlo nel breve periodo”, ha spiegato Jerzy Buzek, presidente della commissione Itre (la commissione per l’industria, la ricerca e l’energia del Parlamento europeo).
“Inoltre, sarà sempre necessario per il settore chimico e agricolo, mentre il coke continuerà ad essere impiegato per decenni dall’industria siderurgica”, ha aggiunto.
…o gas no?
Per centrare gli obiettivi dell’Accordo sul clima di Parigi bisogna eliminare anche il gas. È più drastica l’indicazione arrivata da un rapporto pubblicato pochi giorni fa dal’organizzazione non governativa Les Amis de la Terre. “Bruxelles – ha spiegato l’associazione – deve immediatamente interrompere ogni sostegno e ogni finanziamento per la costruzione di nuove infrastrutture per lo sfruttamento del gas”. Lo studio, realizzato dal Centro Tyndall per i cambiamenti climatici dell’università di Teesside, nel Regno Unito, ha anche dato un ultimatum temporale: “Tenendo conto degli impegni assunti – spiegano i ricercatori – ai Paesi dell’Ue restano ancora solo nove anni”.
Per limitare la crescita della temperatura media globale ad un massimo di 2 gradi centigradi, entro la fine del secolo, rispetto ai livelli pre-industriali, già nel 2026 dovremo smettere di utilizzare fonti fossili. La volontà espressa dall’Europa di finanziare altre centrali a gas, dunque, dicono da Les Amis de la Terre “è totalmente incompatibile con una politica climatica credibile”.
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